(Adnkronos) – “L’Italia non si attiene” al meccanismo “di riammissione” previsto da Dublino per i migranti. “E fino a quando l’Italia non lo farà, non accoglieremo più rifugiati”. A dichiararlo, intervenendo alla trasmissione ‘maybrit illner’, dell’emittente tedesca Zdf, è stata Nancy Faeser, ministro dell’Interno del governo di Berlino, sottolineando come nell’Unione europea sia stato concertato un meccanismo di solidarietà: Roma deve ora “venirci incontro” e adempiere ai suoi obblighi.
Il regolamento ‘Dublino III’, entrato in vigore l’1 gennaio 2014, definisce criteri e meccanismi di uno Stato membro Ue per l’esame di una domanda di protezione internazionale. Ovvero, definisce quale Stato deve farsi carico della richiesta di asilo di una persona giunta in territorio europeo.
Attraverso l’Eurodac (sistema usato per confrontare le impronte digitali per l’applicazione della convenzione di Dublino) – vengono registrati i dati e le impronte di chiunque attraversi irregolarmente le frontiere di un Paese membro o presenti richiesta di protezione internazionale.
La banca dati consente quindi di stabilire, confrontando le impronte, se un richiedente asilo o un cittadino straniero, che si trova illegalmente sul territorio di uno Stato, “ha già presentato una domanda in un altro Paese dell’Ue o se un richiedente asilo è entrato irregolarmente nel territorio dell’Unione”, si legge sul sito dedicato alla normativa europea ‘eur-lex.europa.eu’.
Con la presentazione della domanda di protezione internazionale in un Paese europeo, se in base al racconto del richiedente o ad altri elementi, come le impronte, emergono dubbi sulla competenza si apre una fase di accertamento, ‘Fase Dublino’, che sospende l’esame della domanda di asilo.
Di fronte al fenomeno migratorio “occorre studiare, definire e porre in campo soluzioni nuove e coraggiose e non superficiali e approssimative. Occorrono soluzioni naturalmente europee, perché non è un problema che un Paese da solo può affrontare, neppure il più grande. Soluzioni nuove da studiare approfonditamente, con serietà”, ha affermato ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’incontro stampa congiunto con l’omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier.
“Occorre pensare in maniera adeguata, altrimenti è come usare strumenti rudimentali e superati di fronte a fenomeni totalmente nuovi – ha proseguito – Ad esempio le regole di Dublino sono preistoria: voler regolare il fenomeno migratorio facendo riferimento agli accordi di Dublino è come dire realizziamo la comunicazione in Europa con le carrozze a cavalli”. “Era un altro mondo quello – ha ribadito il capo dello Stato – pensare di fare riferimento, come alcuni Paesi dell’Unione fanno ancora basandosi su Dublino, è come fare un salto nel pleistocene, in un’altra era zoologica, è proprio una cosa fuori dalla realtà. Per questo occorre uno sforzo in cui nessuno ha la soluzione in tasca, nessuno deve dare soluzioni, ma insieme cercarla, velocemente, prima che sia impossibile governare il fenomeno”. Servono “nuove formule e nuove soluzioni”.