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Dopo la relazione negativa della Corte dei conti, sotto la lente il Rendiconto del 2022 della Regione Puglia

Si terrà il 20 settembre alle 11 a Bari nell’aula adunanze della sede regionale della Corte dei conti la pubblica udienza del giudizio di parificazione del Rendiconto 2022 della Regione Puglia. Un appuntamento molto atteso dopo la relazione negativa espressa dagli stessi magistrati contabili sulla legislazione pugliese. E proprio ieri s’è svolta un’udienza riservata fra…
Il palazzo del Consiglio regionale della Puglia in via Gentile a Bari

Si terrà il 20 settembre alle 11 a Bari nell’aula adunanze della sede regionale della Corte dei conti la pubblica udienza del giudizio di parificazione del Rendiconto 2022 della Regione Puglia. Un appuntamento molto atteso dopo la relazione negativa espressa dagli stessi magistrati contabili sulla legislazione pugliese. E proprio ieri s’è svolta un’udienza riservata fra gli stessi magistrati e i rappresentanti dell’amministrazione regionale per affrontare le criticità emersa nel documento di 120 pagine recapitato l’uno settembre in via Gentile.

In particolare l’assenza di referti tecnici e relazioni di accompagnamento alle 14 leggi di spesa adottate nel 2022 in cui emergono sciatteria e superficialità con una serie di errori e regolarità che rischiano di negare il visto di regolarità da parte dei giudici contabili. Durante il confronto di ieri sono venuti al pettine tutti i nodi eccepiti nella relazione. A partire dal bubbone dei debiti fuori bilancio e del buco in bilancio da circa 12 milioni di euro relativo alle parcelle degli avvocati esterni non liquidate. Sul punto la Corte dei Conti ha chiesto chiarimenti e rassicurazioni sulle modalità di smaltimento delle pratiche. Fascicoli impolverati risalenti ad oltre 20 anni fa da recuperare e saldare volta per volta, ma che richiedono tempi lunghi per la conclusione delle istruttorie.

Le altre osservazioni, invece, hanno riguardato la quasi totale assenza dei pareri tecnici per le 33 leggi pugliesi varate nel 2022 con l’aggiramento sistematico delle raccomandazioni degli uffici da parte dei consiglieri regionali nelle commissioni consiliari e durante l’approvazione in aula. Critiche anche per l’approvazione di norme sanitarie che hanno introdotto spese non previste dai Lea, i livelli essenziali di assistenza, in spregio dei vincoli del piano di rientro sanitario a cui la Puglia è sottoposta dal 2010.

Fra le leggi da analizzare a fondo prima dell’attesa parifica c’è sicuramente l’aiuto economico in favore degli studenti universitari orfani con uno stanziamento di 150 mila euro per tre anni ed un assegno annuo fino a 3500 euro per ognuno dei beneficiari a condizione di raggiungere almeno 90/100 al diploma. Una misura tecnicamente inapplicabile visto che la spesa non è stata quantificata in base alla platea effettiva dei beneficiari secondo i calcoli almeno il doppio di quelli previsti. Ancora, lo stanziamento di 15 mila euro per il referendum popolare chiesto dal comune di Pulsano per allargare il suo territorio. Una consultazione priva dei costi di dettaglio necessari per la chiamata alle urne dei cittadini.

Dulcis in fundo la creazione di due aziende sanitarie nuove di zecca, il Vito Fazzi di Lecce e il Santissima Annunziata di Taranto varati senza ascoltare il parere del ministero per la salute e senza, ovviamente, quantificare i costi necessari.

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