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Bari, è il giorno di Polito: prima conferenza della nuova stagione. Attesi chiarimenti su mercato e budget

È il giorno di Ciro Polito. A quattro mesi di distanza dalla sua ultima conferenza stampa, (era il 17 maggio alla vigilia della semifinale play-off), oggi, alle 15.30, il direttore sportivo del Bari tornerà a parlare. Un appuntamento attesissimo dalla tifoseria e rimandato dopo la chiusura del calciomercato lo scorso 1 settembre a causa di…

È il giorno di Ciro Polito. A quattro mesi di distanza dalla sua ultima conferenza stampa, (era il 17 maggio alla vigilia della semifinale play-off), oggi, alle 15.30, il direttore sportivo del Bari tornerà a parlare. Un appuntamento attesissimo dalla tifoseria e rimandato dopo la chiusura del calciomercato lo scorso 1 settembre a causa di impegni personali del manager dell’area tecnica, rientrato solo ieri da una vacanza all’estero. Polito aveva lasciato Milano dopo il “gong” allo Sheraton San Siro senza rilasciare dichiarazioni. L’occasione di oggi sarà utile non solo per tracciare un bilancio sull’ultima campagna acquisti del club biancorosso, ma anche per chiarire una serie di questioni ancora sul tavolo. In particolare le strategie di mercato messe in campo dal Bari, che hanno fatto indispettire il tifo organizzato.

La rivoluzione estiva. Primo dei temi sotto la lente d’ingrandimento è il super lavoro portato avanti durante l’ultima sessione della campagna trasferimenti. Una delle più movimentate dell’era Polito, chiusa con un totale di ben 33 operazioni, delle quali 15 in entrata e 18 in uscita, compresi ovviamente i rientri dai prestiti. Una rivoluzione in piena regola che ha toccato soprattutto i reparti di attacco e centrocampo, con il primo totalmente rinnovato, Morachioli a parte. Anche a centrocampo l’arrivo last minute di Acampora è destinato a stravolgere il vecchio assetto, che potrebbe mantenere nel prossimo futuro il solo Maiello rispetto all’impianto della squadra 2022/2023.

Una nuova scommessa, piena di rischi. Data la mole di stravolgimenti tecnici e considerando gli addii eccellenti dei protagonisti assoluti della squadra classificatasi terza nello scorso campionato e che si è congedata a due minuti dalla serie A, è lecito domandarsi perché la Ssc Bari abbia optato per una tale strategia nell’ottica di un campionato di vertice al quale la squadra pugliese è chiamata dopo la finale playoff persa l’11 giugno scorso. Una scelta dunque piena di incognite tecniche, ma anche ambientali in riferimento all’impatto di giocatori che per la prima volta si confrontano con la serie B italiana, come nel caso di Edjouma e Brenno. La speranza di Polito e della società è che i nuovi non facciano rimpiangere gente come Caprile, Benedetti, Folorunsho, Cheddira e Antenucci, decisivi per il piazzamento e il rendimento nell’ultimo campionato di B.

Il ritardo nell’allestimento della rosa. Dieci delle 15 operazioni in entrata sono state chiuse da Ferragosto in poi, riguardanti ben otto potenziali titolari, contando anche gli innesti dell’ultima ora di Aramu e Acampora. Anche in questo caso una strategia che inevitabilmente si è tradotta in un allungamento dei tempi necessari affinché i neo biancorossi possano raggiungere la condizione sufficiente per essere schierati in campo anche dal primo minuto. Gli incidenti fisici di Menez e Diaw hanno reso ancora più complicata la situazione, con un Bari che si è presentato nelle prime quattro gare di campionato di fatto con una coperta abbastanza corta in attacco.

Le formule che hanno fatto arrabbiare la tifoseria. Solo i cartellini di Achik, Astrologo e Pissardo sono stati acquisiti a titolo definitivo, senza contare le operazioni degli svincolati Menez e Faggi. Sei i trasferimenti in prestito che prevedono obbligo di riscatto in caso di promozione: si tratta di Diaw, Sibilli, Brenno, Edjouma, Frabotta e Aramu. Diritto di riscatto e controriscatto per Nasti. Opzione di riscatto per Acampora e Farroni. Prestito secco per Koutsoupias. Una linea che, in attesa di spiegazioni da parte della dirigenza del Bari, sembra andare nella direzione opposta rispetto all’obiettivo fissato un anno fa di implementare la cosiddetta “patrimonializzazione” del parco giocatori.

Chiarezza e trasparenza sul budget e sulle cessioni di Caprile e Cheddira. Toccherebbe al presidente Luigi De Laurentiis chiarire la vicenda, dal momento che era stato l’amministratore unico della Ssc Bari a spiegare nella sua unica conferenza stampa stagionale che le «plusvalenze delle due operazioni avrebbero garantito ulteriore budget da destinare al mercato». Spetterà invece a Polito il compito di rivelare i retroscena del passaggio dei due gioielli del Bari al Napoli e perché la società pugliese abbia fatto così tanta fatica nella gestione di talune trattative, nelle quali spesso è stata determinante la mano tesa degli interlocutori di turno per chiuderle.

L’attaccante sfumato. Ultima, ma solo per ordine cronologico, è poi la questione della ricerca della punta centrale, portata avanti da Polito fino all’ultima ora di mercato, culminata nel “giallo” dei mancati trasferimenti di Forte e Gliozzi, proprio a pochi minuti dallo scadere del termine per completare le trattative. «Un eccesso di zelo» ha poi definito la caccia alla punta il direttore sportivo nella nota vocale diffusa su Whatsapp, spiegando di ritenere sufficienti 7 attaccanti in organico.

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