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Dal 2015 in Puglia spesi 500 mln contro il dissesto idrogeologico: ecco il documento per la difesa del suolo

Rafforzare gli aspetti gestionali, organizzativi e di semplificazione nelle politiche regionali di tutela e difesa del suolo. Questo l'obiettivo del Documento operativo regionale per la difesa del suolo (Dords) presentato oggi pomeriggio alla Fiera del Levante. Il Documento è stato introdotto per la prima volta in Puglia con la Legge di Bilancio 2023 per orientare…

Rafforzare gli aspetti gestionali, organizzativi e di semplificazione nelle politiche regionali di tutela e difesa del suolo. Questo l’obiettivo del Documento operativo regionale per la difesa del suolo (Dords) presentato oggi pomeriggio alla Fiera del Levante.

Il Documento è stato introdotto per la prima volta in Puglia con la Legge di Bilancio 2023 per orientare la programmazione degli interventi e le opere per la mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico a scala regionale.

«Dal 2014 esiste la figura del Commissario di Governo per il contrasto al dissesto idrogeologico, che è il presidente della Regione e, in Puglia, a partire dal 2015, abbiamo attivato 219 interventi di messa in sicurezza del territorio per prevenire alluvioni e frane, in particolare sono state finanziate 175 opere di mitigazione per circa 500 milioni di euro a beneficio di numerosi Comuni pugliesi di cui circa la metà in provincia di Foggia che è la parte della Puglia più bisognosa di politiche di difesa del suolo», ha spiegato il vicepresidente della Regione Puglia e assessore alle Infrastrutture, Raffaele Piemontese.

La struttura commissariale, insieme all’Agenzia regionale strategica per lo Sviluppo ecosostenibile del territorio (Asset), «sta lavorando non solo nel rinforzare la struttura operante sul dissesto idrogeologico, tema particolarmente d’attualità, ma soprattutto per aggiornare sia le metodologie e sia le tecniche di intervento, rendendole più integrate, più in equilibrio con l’ambiente, ottimizzando le risorse e facendo interventi strettamente necessari e più funzionali alla prevenzione», ha aggiunto il direttore dell’Asset, Elio Sannicandro.

Punto di forza del nuovo strumento di governance è il rafforzamento della partecipazione degli enti locali nel processo di protezione dalle fragilità del territorio e tutela dei beni e delle vite umane. Sebbene la scala di attivazione non può che essere quella di bacino, versante e comunque di “area vasta”, l’implementazione di strumenti di sussidiarietà tra i livelli amministrativi locali e territoriali si ritiene essere l’elemento vincente per “fare comunità” anche attorno a questi temi.

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