Il Comune di Lecce cerca nuovo personale. Sono 35 le assunzioni a tempo pieno e indeterminato previste dalla pubblicazione di due bandi: il primo riguarda la copertura di 18 posto di funzionario (ex categoria D1) – 16 di funzionario amministrativo e 2 di funzionario tecnico – mentre il secondo è per 17 posti di istruttore (ex categoria C1) – 8 per il profilo istruttore amministrativo, 7 per istruttore tecnico e due per istruttore informatico.
Il testo integrale dei bandi è pubblicato sull’Albo Pretorio, sul sito istituzionale dell’Amministrazione del Comune di Lecce nella sezione “Amministrazione trasparente” e sul Portale del Reclutamento “InPa”.
La domanda di ammissione deve essere inviata tramite il Portale Unico del Reclutamento disponibile al sito web www.inpa.gov.it entro il termine perentorio delle ore 23.59 del 2 ottobre 2023. I candidati saranno selezionati mediate prova scritta da tenersi tra mercoledì 18 ottobre e venerdì 20 ottobre. All’esito della prova i candidati ammessi andranno a comporre la graduatoria finale di merito provvisoria, che resterà in vigore per due anni.
Le assunzioni sono rese possibili dalla sottoscrizione con il Governo del Patto per Lecce, nell’ambito del quale è stato riconosciuto lo stato di grave carenza di personale sofferto dagli uffici comunali ed è stata offerta al Comune la possibilità di evitare il dissesto organizzativo con l’immissione in servizio di nuove 45 unità di personale. Dal momento della sottoscrizione del Patto sono già state assunte attraverso le procedure di comando o di mobilità dieci unità di personale (6 amministravi, 3 tecnici e un bibliotecario). La restante quota di assunzioni è quella che sarà coperta dal concorso.
«Con questo piano di assunzioni non risolveremo carenze di organico dell’Ente, che può contare ad oggi su poco più della metà dei dipendenti effettivi di cui avrebbe bisogno – sottolinea il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini – ma è un passo avanti incoraggiante, che riusciamo a compiere grazie alla disciplina di bilancio applicata negli ultimi anni e ai sacrifici chiesti ai cittadini per evitare il dissesto organizzativo dell’Ente».