I primi cittadini delle più importanti marinerie pugliesi hanno scritto al sottosegretario del Ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali, Francesco Battistoni, per chiedere un incontro urgente sulla crisi della pesca.
I sindaci di Trani e Bisceglie, Amedeo Bottaro e Angelantonio Angarano, nel nord barese, e di Molfetta, Mola di Bari e Monopoli nel barese, rispettivamente Tommaso Minervini, Giuseppe Colonna e Angelo Annese, hanno scritto all’esponente del governo evidenziando che «il perdurare e l’aggravarsi del profondo stato di crisi del settore ittico fa crescere, giorno dopo giorno, la nostra preoccupazione di rappresentanti delle comunità locali per la tenuta sociale ed economica dei nostri territori».
I sindaci chiedono «un robusto e immediato sostegno», oltre a «una complessiva e sostanziale riforma da discutere necessariamente a livello europeo». A proposito delle soluzioni prospettate, i 20 milioni stanziati dal governo e, in aggiunta, circa tre della regione Puglia, i sindaci parlano di «tempistiche incerte che non lasciano ben sperare migliaia di famiglie ridotte a uno stato di disperazione».
«Il settore rischia di subire un vero e proprio tsunami che spazzerebbe via migliaia di imprese e posti di lavoro», scrivono.
Nei prossimi giorni sarà pubblicato l’avviso pubblico per accedere ai fondi stanziati dalla regione Puglia, «un segnale importante – commentano – ma, ne siamo consapevoli tutti, non risolutivo».
«La discussione in Parlamento sul dl Aiuti ci auspichiamo porti risultati tangibili», dicono i sindaci che contano anche sul supporto dei parlamentari locali e si augurano che «già in Commissione Bilancio si possa emendare positivamente il testo normativo intervenendo sia sulla percentuale che sul periodo di riferimento per il credito d’imposta sull’acquisto del carburante».
Intanto i pescatori hanno ripreso a uscire in mare, «per sopravvivere – dicono i sindaci – ma temiamo che questo periodo non durerà a lungo e che i prossimi giorni, in assenza di misure urgenti e indifferibili, potranno essere ancora più difficili di quanto sono stati gli ultimi venti».