«Chi lavora solo per se stesso, ora, rema contro la coalizione: non è il momento delle auto-candidature, ma di avviare un percorso partecipato e condiviso per dar voce a tutte le anime della città». Il significato del primo tavolo per la Convenzione Bari 2024, convocato il 15 settembre al teatro Kismet, sta tutto nelle parole di Anna Maria Candela, vicepresidente dell’associazione “La Giusta Causa”.
Perché è necessario parlare di Convenzione?
«Le prossime elezioni sono fondamentali per l’intera Puglia. In questi otto mesi che ci separano da quel momento, occorre da una parte mettere a terra i numerosi progetti avviati, dall’altra tenere unito il fronte del centrosinistra. Se è vero che senza i partiti più grandi non si va da nessuna parte, è vero anche che l’attuale maggioranza di Antonio Decaro non basta più a se stessa. La proiezione delle forze che sostengono il centrosinistra a livello regionale lo dimostra: tante forze politiche, a partire dal Movimento 5 Stelle, non sono rappresentate. Non solo: nel tempo, si sono costituiti nuovi movimenti civici e associazioni attive sul territorio. Noi abbiamo captato questo fermento, ascoltando anche singoli cittadini che vogliono dire la loro. Tutto ciò va organizzato in senso quanto più plurale e per questo abbiamo avviato il percorso della Convenzione».
Alcuni, però, vi identificano come il fronte del no alle primarie, invocate, invece, da altri politici locali. Che risponde?
«Siamo circondati da persone che vogliono dicotomizzare le primarie dividendoci in favorevoli e contrari. Questo è un grave rischio per la tenuta della coalizione, perché rompendo il fronte, si agevola la destra. Alcuni partiti, come il Pd, devono poi fare sintesi tra le loro numerose energie positive. Ma fare sintesi non significa abbracciare le primarie, che, invece, interrompono qualsiasi possibilità di dialogo. Come LGC sappiamo di poter esprimere candidature valide, ma non è questo il momento giusto per farlo. Chi, ora, lavora solo per se stesso, contribuisce a sfaldare il fronte della coalizione. E non possiamo permettercelo».
Nel frattempo, il sette settembre è convocato il tavolo del centrosinistra. Un percorso opposto o vicino a quello della Convenzione?
«Sono due percorsi paralleli ma vicini. Quando abbiamo saputo che il tavolo della coalizione era slittato al sette settembre, rispetto all’iniziale fine agosto, abbiamo cambiato anche la data della prima riunione della Convenzione. L’auspicio è che i due percorsi convergano. Sono certa che, se l’alchimia della Convezione dovesse funzionare, convergeremo anche sui nomi dei candidati».
Oltre ai firmatari della convocazione (La Scossa, Partito socialista italiano, Europa Verde, Il Corsivo 2.0, Casa del Popolo), chi parteciperà all’evento del 15 settembre?
«Oltre ai gruppi consiliari, abbiamo invitato Link, Mixed, Zona Franka, la Charitas, Avanzi Popolo, Incontra, tante altre realtà associative che operano sul territorio oltre a gruppi informali di cittadini. Fondamentale la partecipazione di Donne Costituenti Puglia, al fine di rappresentare l’approccio di genere anche nelle politiche di sviluppo urbano».
Quali dovranno essere i punti più importanti del programma?
«Due sono le sfide più importanti che la città deve fronteggiare. La prima è definire il suo assetto urbano, dotandosi di un nuovo piano regolatore. La mancanza del Pug, cornice di una città, a lungo termine avrà effetti negativi sui residenti, sui servizi offerti e sulle attività commerciali. L’altra sfida è costruire un sistema di welfare moderno ed europeo. Il lavoro di programmazione fatto finora è stato fondamentale e ha reso Bari un faro per gli altri ambiti territoriali pugliesi. Questa è la strada che bisogna continuare a percorrere, soprattutto ora che a livello nazionale si smantellano interi pezzi di welfare, a partire dal Reddito di cittadinanza».