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Tennis, verso l’Open delle Puglie. Parla Nicoletta Virgintino: «Sinner e berrettini al circolo di Bari? Un sogno»

Travolgente come un’onda ma sempre saldamente concentrata. Per Nicoletta Virgintino, presidente del Circolo Tennis Bari dal 2018, questa settimana non potrebbe essere vissuta in altro modo. D’altronde, mancano solo sette giorni all’inizio della seconda edizione dell’Open delle Puglie, torneo appartenente alla categoria WTA 125. Dopo il successo dello scorso anno, il CTB si prepara a…

Travolgente come un’onda ma sempre saldamente concentrata. Per Nicoletta Virgintino, presidente del Circolo Tennis Bari dal 2018, questa settimana non potrebbe essere vissuta in altro modo. D’altronde, mancano solo sette giorni all’inizio della seconda edizione dell’Open delle Puglie, torneo appartenente alla categoria WTA 125. Dopo il successo dello scorso anno, il CTB si prepara a replicare con tante novità. E se la prima volta può fare paura, la seconda è vissuta con totale entusiasmo.

Salve presidente, che aria tira al Circolo Tennis Bari a sette giorni dal via?

«Rispetto all’anno scorso, questa volta tutta la macchina organizzativa è partita molto tempo prima. Considero quel torneo come l’anno zero. Le tenniste non conoscevano Bari e abbiamo avuto delle recensioni incredibili nell’ambito della WTA, amavano fare giri in centro e per la città».

Quali sfide vi siete posti per valorizzare il torneo e il circolo?

«Ci siamo affidati all’organizzazione di Vincenzo Ormas, è uno dei più esperti in questo ambito. Al circolo stanno montando un villaggio, ci saranno anche aree di degustazione. Sarà una sorta di mini Foro Italico, anche se è un po’ azzardato dirlo. Abbiamo rifatto interamente i campi. Le ragazze avranno una zona relax con la televisione, una sala massaggi, l’area fisioterapia, così come una palestra interamente a disposizione. Per questo ringrazio i soci del circolo, avranno dei disagi ma sono sempre pazienti e si divertiranno. Mi hanno detto che sono una pazza a organizzare questi eventi, ma io sono stata giocatrice e so quando si può osare».

Il torneo si giocherà nella seconda settimana degli US Open. Quali sono i pro e i contro, tra il coinvolgimento mediatico e la possibilità di ricevere ospiti speciali uscenti da New York?

«Il tennis a oggi si può vedere in televisione, ma da appassionata della vecchia guardia preferisco sempre vederlo dal vivo e non vedo l’ora. Gli amanti di questo sport fanno così e lo faranno anche nel vivere il nostro villaggio. Qui si respira l’aria del grande torneo. Ed è bellissimo vedere i nostri giocatori fare da sparring partner delle grandi tenniste. Io le ho vissute queste sensazioni, voglio che vivano la vita sana della cultura sportiva».

Lo scorso anno avete guadagnato il primato di primo torneo d’Europa “plastic free”. Cosa significa per voi?

«È un grande orgoglio. Abbiamo l’Acquedotto Pugliese come sponsor dall’anno scorso, le borracce vengono date da loro e sigillate da noi. Si tratta di un lavoraccio ma è una soddisfazione essere coinvolti così».

E per quanto riguarda le partecipanti?

«Abbiamo una prima entry list, ma le wildcard potrebbero essere davvero importanti e regalarci qualche sorpresa».

L’anno scorso la Cocciaretto, questa volta la Errani: cosa significa poter ospitare atlete internazionali?

«Per noi è molto importante avere queste ambasciatrici italiane. Le persone vogliono tifare le proprie beniamine. Io vorrei farle giocare sempre la sera per avere il miglior tifo, ma c’è anche da prendere in considerazione il doppio per organizzare gli orari».

Però al momento ci sono solo due italiane nella entry list.

«Le altre ci saranno, soprattutto grazie alle wildcard. Poi sogno sempre che arrivi qualche grande classificata dall’America. Sono già stati fatti passi importanti».

Ma cosa sogna per il circolo da qui a tre anni?

«Oltre gli implementi logistici come la piscina e i campi da padel coperti, per me sarebbe bellissimo organizzare un bel torneo maschile. Mi piacerebbe vedere un Sinner o un Berrettini a Bari, mai dire mai (ride, ndr.). Anche ospitare una bella fase della Coppa Davis sarebbe un sogno. Noi promuoviamo lo sport, il resto viene di conseguenza, con grande umiltà».

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