«Finora sono stati disattesi tutti gli impegni e la gestione degli scali pugliesi risulta fortemente sbilanciata a vantaggio di Bari». Così il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia domani, in una nota con cui invita il presidente della Regione, Michele Emiliano, a rispondere «sul mancato potenziamento dell’Aeroporto del Salento».
Argomento al centro di «un’interrogazione urgente» rivolta proprio al governatore, per sollecitare «politiche mirate per sviluppare le potenzialità dello scalo brindisino, dimezzato per operatività rispetto a Bari».
La nota diffusa ieri da Aeroporti di Puglia, sottolinea Pagliaro, «evidenzia un lieve incremento del traffico passeggeri a luglio scorso rispetto allo stesso mese di un anno fa, aggregando i dati di tutti gli scali pugliesi. Ma di fatto l’aeroporto salentino è in calo e, a prescindere da questi dati che fotografano un solo mese, basta guardare il numero e le destinazioni dei voli per valutare l’impatto del trasporto aereo sul turismo, che penalizza il Salento e dirotta i flussi nel barese. Ecco perché servono politiche mirate, mentre quelle della Regione vanno nella direzione opposta puntando solo su Bari», afferma.
Ad oggi, chiarisce il consigliere regionale riportando i numeri presenti sul sito di Aeroporti di Puglia le partenze totali da Bari sono 72, di cui 40 per destinazioni internazionali, e gli arrivi 72, di cui 42 di provenienza internazionale; mentre da Brindisi si contano 37 partenze e altrettanti arrivi, di cui solo 11 da e per aeroporti internazionali. Per quanto riguarda i collegamenti stagionali, da Bari se ne contano 75, di cui ben 59 internazionali, mentre Brindisi si ferma a 37 collegamenti, di cui solo 24 internazionali.
«Numeri che inquadrano nitidamente la scarsa operatività e attrattività dello scalo salentino rispetto a quello barese – dice Pagliaro -. Ma non basta: i viaggiatori, turisti e salentini, lamentano collegamenti disagevoli e sconvenienti da Brindisi rispetto a Bari, sia con i principali aeroporti italiani sia con quelli europei, a causa di orari scomodi e tariffe più alte. Quotidianamente raccolgo testimonianze di rabbia e sconforto di chi è costretto ad andare dal Salento a Bari per poter volare. Tutto questo limita fortemente la capacità attrattiva dello scalo brindisino, nonostante rappresenti l’infrastruttura principale per l’arrivo di turisti italiani e stranieri nel Salento, che non solo in estate svetta tra le mete preferite».
Interventi sono necessari, poi, «anche per tutto ciò che ruota attorno all’aeroporto, per colmare la carenza o addirittura mancanza di collegamenti ferroviari e su gomma con i capoluoghi e le località di vacanza da raggiungere, per cui è necessario ricorrere a mezzi privati e dunque molto più costosi. È fin troppo evidente – conclude Pagliaro – che su Brindisi non è stato fatto un adeguato lavoro di programmazione rispetto alla pressante domanda turistica nazionale ed internazionale, con un dirottamento su Bari che penalizza il Salento».