«C’era la necessità di un prodotto studiato ad hoc e l’adozione dell’Ai e di tecniche avanzate migliora notevolmente la gestione delle scorte garantendo le cure ai pazienti che ne hanno bisogno». Spiega così Maurizio Ghisolfi la scelta di puntare sul settore farmaceutico con la sua Profiter, una startup che ha l’obiettivo di cambiare la logistica sfruttando le ultimissime tecnologie.
Ghisolfi, barese, 29 anni, ha avuto modo di lavorare in contesti molto avanzati dal punto di vista tecnologico a Parigi, Londra e San Francisco. Poi è tornato in Italia, in Lombardia. Come è messo il nostro Paese?
«Ogni città ha un’identità propria e peculiarità uniche ed è proprio qui il valore che ho portato a casa: ti lasciano un ottimo bagaglio di esperienze e conoscenze. Il posto che mi ha impressionato di più nel mondo tech è San Francisco che nonostante le sue contraddizioni mi ha dato un nuovo mindset, il pensare fin da subito in grande e a livello internazionale. L’Italia ha talento e creatività, ma ci sono sfide strutturali e burocratiche che sono ostacoli per il potenziale tecnologico. Ho notato un crescente interesse nel settore da parte delle amministrazioni e delle imprese italiane che potrebbe portare a una competitività a livello internazionale».
Cosa l’ha convinta a tornare in Italia?
«Abbiamo costituito Profiter qui perché crediamo nel potenziale del nostro Paese e ancor più vogliamo contribuire alla sua crescita. Qui abbiamo una rete di contatti nella quale abbiamo intercettato i primi clienti, consci che è solo il mercato di partenza. Stiamo ottenendo grande sostegno e c’è un cambiamento positivo verso l’innovazione e la tecnologia. È il motivo per cui voglio contribuire a questo sviluppo aiutando e creando opportunità per sviluppare soluzioni innovative».
Aveva ideato il suo progetto, Profiter, pensando al settore turistico. Poi cosa è successo?
«Durante il processo abbiamo notato esigenze più urgenti in altri settori. Questo ci ha portato ad orientare il focus verso l’industria farmaceutica, dove abbiamo identificato opportunità e need che potevano essere risolti con tecnologie che il nostro team è in grado di realizzare. Abbiamo costituito Profiter focalizzandoci completamente sul settore sanitario e l’entrata dei primi partner e investitori che hanno creduto in noi, Tesisquare spa e Michele Palumbo (ex Head of Supply Chain in Bayer), è stata una forte conferma di quanto questi problemi siano sentiti e quanta urgenza ci sia di risolverli».
Perché proprio l’ambito farmaceutico?
«Ha un impatto diretto sulla salute delle persone e non può rimanere indietro dal punto di vista tecnologico. Le nostre competenze possono migliorare questo sistema ed è un grande stimolo. È un mercato complesso con esigenze su criticità che non devono più aspettare, come la catena del freddo per i farmaci sensibili alla temperatura. C’era la necessità di un prodotto studiato ad hoc e l’adozione dell’Ai e di tecniche avanzate migliora notevolmente la gestione delle scorte garantendo le cure ai pazienti che ne hanno bisogno».
Con Profiter vi prefiggete di dare nuovo impulso al settore della logistica in campo farmaceutico. Anche qui l’intelligenza artificiale rappresenta la nuova frontiera?
«La svolta tecnologica che stiamo guidando nel settore farmaceutico si basa sull’impiego di tecnologie innovative, tra cui l’Ai. Iniziamo ogni progetto con la creazione di una “rappresentazione digitale” del magazzino, il digital twin. Dopo analisi e simulazioni, applichiamo i nostri algoritmi per ottimizzare il livello di stock di ogni prodotto e affinare l’accuratezza del rifornimento. Sappiamo che c’è l’urgenza di una svolta tecnologica significativa ed è un bisogno trascurato da anni».
Le istituzioni guardano con la giusta attenzione a questo mondo?
«Le istituzioni stanno mostrando un crescente interesse per l’innovazione, ma c’è ancora spazio per una maggiore attenzione. Quest’ondata è davvero incoraggiante, ma non possiamo fermarci qui. È fondamentale avere ulteriori normative e incentivi a sostegno delle startup se non vogliamo rimanere indietro a livello internazionale».
Il Pnrr destina molte risorse all’innovazione, anche nel campo della logistica. Si sta facendo abbastanza?
«È importante distribuire queste risorse in modo efficace e avere una stretta collaborazione tra governo, industria e progetti innovativi per massimizzare l’impatto. Tutto ciò può stimolare il nostro settore, ma sono anche presenti fondi a supporto di startup e venture capital in ambiti molto diversificati e questo genera possibilità davvero promettenti. In termini di risorse all’innovazione la Regione Puglia è un ecosistema fantastico e stiamo trovando un’accelerazione importante che ci ha permesso di crescere molto».
Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati per il 2023?
«Continueremo a migliorare il prodotto insieme ai nostri clienti. Siamo orgogliosi di lavorare con un’eccellenza nazionale come l’Area Vasta Emilia Nord, un centro che rifornisce ospedali per 5800 posti letto, 90 case di riposo e 2 aziende ospedaliere universitarie e abbiamo già raggiunto risultati strabilianti, ma è solo l’inizio. A settembre partiranno altri due grandi progetti e andremo avanti su questa strada per apportare valore grazie a collaborazioni ad alto impatto e rafforzando costantemente la nostra posizione sul mercato. Inoltre, miriamo a espandere la nostra portata a livello internazionale ed è un obiettivo a lungo termine, ma ci stiamo già lavorando».