I 120 moduli abitativi, predisposti dalla Regione Puglia per ospitare in modo dignitoso circa 400 lavoratori immigrati ospitati nel ghetto di Borgo Mezzanone, dovrebbero essere operativi entro la fine di agosto. È il primo risultato concreto ottenuto dalla protesta che i braccianti hanno inscenato sotto la Prefettura di Foggia ieri mattina, con il coordinamento della Flai Cgil di Capitanata.
Con l’aiuto di megafoni e striscioni, i manifestanti hanno chiesto a gran voce “Casa, lavoro, documenti, dignità”. Vorrebbero sistemazioni abitative civili, documenti che li qualifichino come operai agricoli, magari un percorso più breve per accogliere le domande di cittadinanza. Fino a fine mese, però, dovranno continuare a trovare riparo in piccole baracche messe insieme con assi di legno di forme e dimensioni irregolari, recuperate chissà da quale demolizione o cantiere, e con lamiere metalliche che si arroventano sotto il sole implacabile del Tavoliere, rendendo ancora più terribili le condizioni di vita di questi emigrati che provengono per la gran parte dall’Africa sub-sahariana e d’estate, nell’accampamento a soli 10 km dal capoluogo, toccano anche le tremila unità.
Al culmine della manifestazione di ieri, una folta delegazione – composta da alcuni lavoratori, dal segretario generale Flai Cgil Giovanni Mininni dal segretario regionale Antonio Gagliardi, il segretario della Flai di Foggia Giovanni Tarantella, da Emanuela Mitola segretaria di Flai-Cgil Foggia, da Maurizio Carmelo segretario Cgil Foggia e dal responsabile immigrazione della Flai nazionale Jean Renè Bilongo – è stata ricevuta dal prefetto del capoluogo, Maurizio Valiante, che ha subito placato gli animi.
Oltre all’entrata in funzione dei moduli attualmente parcheggiati nel Cara di Borgo Mezzanone, ne arriveranno altri 150 in tempi brevissimi – sempre messi a disposizione dalla Regione Puglia – per migliorare le condizioni di vita degli ospiti del ghetto, rese ancora più precarie da due recenti incendi che, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, hanno distrutto molte baracche oltre ai pochi averi e ai documenti dei quelli che le occupavano.
I rappresentanti sindacali hanno sollecitato al Prefetto anche la convocazione dei tavoli tecnici con i sindaci del Tavoliere destinatari degli oltre 100 milioni di euro derivanti dai fondi del Pnrr e destinati alla cancellazione dei ghetti e alla lotta all’odioso fenomeno del caporalato che, oltre a determinare lo sfruttamento di molti lavoratori, causa anche vittime tra i braccianti che vengono trasportati sui luoghi di lavoro con furgoni privi delle condizioni minime di sicurezza per circolare.
La delegazione ha chiesto anche al rappresentante del Governo di mediare con la Provincia di Foggia affinché provveda alla bonifica dell’area che circonda il ghetto, disseminata di acque stagnanti e di innumerevoli rifiuti che rendono anche pericolosa la situazione sanitaria degli ospiti del campo.
Un altro problema da risolvere è proprio quello dei documenti andati perduti negli incendi che hanno interessato il ghetto. I sindacalisti hanno ricordato che, senza le attestazioni relative allo “status” degli immigrati e senza documenti di identità, i braccianti sono ancora più esposti allo sfruttamento da parte di “caporali” o di datori di lavoro privi di scrupolo. Per questo è stato chiesto al dottor Valiante di semplificare l’iter per consentire ai lavoratori di ottenere duplicati dei documenti distrutti nei roghi. I rappresentanti sindacali e i braccianti hanno espresso soddisfazione, auspicando che le promesse ricevute durante il vertice vengano mantenute nei termini e nei tempi indicati dal Prefetto.
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Di Redazione26 Novembre 2024