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Mar Jonio, il comitato “No Scorie” contro il parco eolico

Il comitato “No Scorie” torna in prima linea nella difesa del Mar Jonio. «Non c’è pace per il nostro golfo - scrivono gli attivisti -, come se non bastassero le lotte contro le piattaforme petrolifere, dopo aver distrutto le nostre montagne con la Basilicata prima regione in Italia per energia rinnovabile con potenze nominali di circa…

Il comitato “No Scorie” torna in prima linea nella difesa del Mar Jonio. «Non c’è pace per il nostro golfo – scrivono gli attivisti -, come se non bastassero le lotte contro le piattaforme petrolifere, dopo aver distrutto le nostre montagne con la Basilicata prima regione in Italia per energia rinnovabile con potenze nominali di circa 2500 megawatt (senza che i cittadini ne abbiamo tratto direttamente beneficio ), un srl, la Ionio Prime di Grottaglie, vorrebbe realizzare nel nostro mare,  tra Policoro  e Rotondella e Nova Siri, un mega parco eolico off shore. La potenza nominale prevista sarebbe di 420 megawatt con 28 torri eoliche con rotore largo   236 metri (mentre  in genere queste pale eoliche raggiungono altezze di circa 250-280 metri), in poche parole i nuovi grattacieli nel mare».

Stando a quanto dichiarato dagli attivisti, la società «ha chiesto una concessione demaniale marittima per 40 anni alla Capitaneria di porto di Taranto verso la quale chiunque, tra privati e istituzioni possono presentare osservazioni contro il rilascio della medesima entro il 23 agosto, inviando una pec in pieno Ferragosto».  Per questa ragione, il Comitato “No Scorie” invita l’assessore regionale all’ambiente Latronico, i sindaci del Golfo di Taranto, i presidenti di provincia di Matera e Potenza a «presentare immediatamente i pareri negativi della Regione e dei Comuni e delle Province presso la capitaneria di porto di Taranto e presso il Ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica».

   «Il parco eolico – proseguono gli attivisti – ha anche un cavidotto con delle sottostazioni elettriche che dovrà proseguire su terraferma ed allacciarsi alla rete Terna. Il progetto prevede i primi allacci sulla spiaggia di Rotondella proprio nel punto più eroso di tutto il golfo di Taranto (lo stesso dove sono finite in mare ben due postazioni dello scarico a mare Enea) e dove altri hanno in progetto una struttura turistica. Le uniche energie alternative da installare nel nostro territorio – concludono gli attivisti – dovranno essere quelle collettive, comuni e poco impattanti».

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