(Adnkronos) – Non si sente certo “Cenerentola” l’underdog Giorgia Meloni, che a passo sicuro muove da Capitol Hill alla Casa Bianca per l’appuntamento più atteso della sua ‘due giorni’ statunitense: l’incontro con Joe Biden. Un’ora e mezzo di colloquio nello Studio Ovale, in cui la premier incassa l’interesse del ‘Potus’ per il suo Piano Mattei per l’Africa, la mano tesa sulla Tunisia, l’attenzione sul quadrante Mediterraneo.
L’intesa tra i due è ormai cosa nota, “la prima volta che ti ho vista mi sembrava di conoscerti già da tempo”, conferma il Presidente statunitense durante l’incontro, “la vicinanza con il Partito Repubblicano non mi impedisce di avere un ottimo rapporto con Biden”, dirà lei ai giornalisti al termine del bilaterale. L’interesse per la prima premier italiana donna in Usa è palpabile, tanto che attorno alla conferenza all’ambasciata italiana monta un piccolo caso, con la stampa americana che lamenta la mancata conferenza a due, nonostante Biden sia solito schivarle. “Non creiamo polemiche che non esistono – mette in chiaro Meloni – non avrei mai rifiutato: non ci è stata mai proposta” una conferenza stampa con il presidente statunitense.
Per la premier sarebbe stata un’occasione ghiotta, visto che l’incontro “è andato molto bene”, assicura. Anche perché “è in tempi difficili che vediamo chi sono gli amici”. E la guerra in Ucraina ha generato uno tsunami che ha travolto gli equilibri mondiali, “eppure l’Occidente ha mostrato unità” e l’Italia non ha mai tentennato: gli States “sono consapevoli degli sforzi che gli italiani stanno facendo” per non far mancare il supporto del Paese a Kiev. Ecco dunque che i rapporti tra Italia e Stati Uniti restano “forti” e “indissolubili”, al di là dei “colori politici” dei governi che guidano i due alleati storici.
Sulla Nuova Via della Seta Meloni assicura che da Biden non ha ricevuto alcuna pressione, perché gli States “si fidano dell’Italia”. Ma chi si aspettava che dalla missione in Usa arrivasse l’addio al Belt and Road Initiative resta deluso, anche se il passo indietro che l’Italia ha intenzione di fare per sganciarsi dal Memorandum è ormai evidente. Certo da fare con cura, per evitare falli di reazione di Pechino, e perché, di fatto, i rapporti con la Cina vanno preservati.
Meloni ne è ben consapevole: “Andrò in Cina – annuncia a chi le chiede se l’invito di Xi Jinping sia ancora valido -, il viaggio non è stato ancora calendarizzato, ma credo che debba essere una delle prossime missioni” con l’obiettivo di portare avanti un “dialogo costruttivo”.
Con Biden Meloni affronta anche il nodo dell’imponente piano messo in piedi dagli States per contrastare l’inflazione, con contraccolpi innegabili per l’Europa. Chiede “che le aziende italiane non siano penalizzate”, che si punti a trovare “il giusto equilibrio tra apertura e protezione delle nostre economie e dei nostri interessi strategici”. Resta fuori dallo Studio Ovale la questione della maternità surrogata -un vero e proprio caso in Italia con il percorso avviato per renderla reato universale, mentre negli States la Gpa è pratica consolidata – Biden fa “solo un accenno” ai diritti Ldgt. Nodi e distanze sembrano restare fuori dalla porta.