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Taranto, operaio morto nel porto. Da chiarire la dinamica. I sindacati: «Sciopero»

È affidata al pubblico ministero Antonio Natale l’inchiesta sulla morte di Antonio Bellanova, il 31enne tarantino dipendente della ditta Ecologica ucciso l’altro pomeriggio al porto, schiacciato da un’ecoballa.Il sostituto procuratore ha affidato a carabinieri e Spesal dell’Asl i primi accertamenti sul caso. Importanti, ai fini dell’inchiesta, saranno anche le relazioni sull’incidente di vigili del fuoco…

È affidata al pubblico ministero Antonio Natale l’inchiesta sulla morte di Antonio Bellanova, il 31enne tarantino dipendente della ditta Ecologica ucciso l’altro pomeriggio al porto, schiacciato da un’ecoballa.

Il sostituto procuratore ha affidato a carabinieri e Spesal dell’Asl i primi accertamenti sul caso. Importanti, ai fini dell’inchiesta, saranno anche le relazioni sull’incidente di vigili del fuoco e capitaneria di porto, che sono intervenuti subito dopo l’infortunio mortale. Gli investigatori dovranno chiarire la dinamica dell’incidente, valutare se sono state rispettate tutte le norme di sicurezza nella stiva della nave dove si movimentavano le ecoballe e valutare eventuali responsabilità penali.

Il giovane è stato schiacciato da una balla di rifiuti pesante circa mille chili che non gli ha dato scampo. L’incidente è accaduto all’interno della stiva di una nave panamense che trasportava un carico di tremila tonnellate di ecoballe. Quando il personale del 118 è arrivato per i soccorsi, purtroppo per Bellanova non c’era più niente da fare. Dopo quelle del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, arrivano le condoglianze anche dal vescovo Ciro Miniero. «Sono i primi giorni del mio ministero episcopale tarantino e una delle più dolorose questioni legate a questo territorio, ma purtroppo non solo, si presenta con tutta la sua drammatica realtà. Mi stringo alla famiglia Bellanova con affetto e assicuro la mia preghiera invitando la comunità diocesana a fare altrettanto perché mentre invochiamo la consolazione del Risorto possiamo adoperarci perché sia assicurato a tutti un lavoro che garantisca la dignità della persona umana e la sua sicurezza». E sull’incidente si susseguono commenti e critiche da parte dei sindacali. Cgil e Cisl Taranto si chiedono «come faceva quel lavoratore ad essere lì? Era preparato a quel tipo di lavoro?» e parlano di «opacità dell’assetto normativo e contrattuale dell’operaio in somministrazione». Per i segretari confederali delle due sigle Giovanni D’Arcangelo e Gianfranco Solazzo, che invitano i portuale a indire lo sciopero, «quel lavoratore solo qualche giorno prima era a fare il pulitore in acciaieria» e si chiedono «come sia possibile che un lavoratore sia in grado di fare due lavori così differenti, che prevedono requisiti di sicurezza e di esperienza così diversi?». Cgil e Cisl accendono i fari sul contratto di somministrazione, su formazione e sicurezza. Pietro Pallini, coordinatore di Uil Taranto, «a distanza di pochi giorni piangiamo la seconda vittima sul lavoro. In attesa che gli investigatori facciano piena luce sull’accaduto e accertino eventuali responsabilità, le nostre proposte sono estremamente chiare: incremento dei controlli, maggiori assunzioni di ispettori sul lavoro e maggiori sopralluoghi ispettivi, divieto di accesso a fondi pubblici (a cominciare da quelli del Pnrr) per le aziende che non rispettano gli standard di sicurezza e non applicano i contratti nazionali di lavoro sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi. E ancora maggiori investimenti in formazione e prevenzione, leggi più severe e inasprimento della pena per chi fa della sicurezza un costo anteponendo così il profitto alla vita umana».

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