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Spazio, l’Esa testa nuovi droni nei vulcani a terra per la protezione civile

(Adnkronos) - Le tecnologie spaziali al servizio della protezione civile in caso di calamità naturali sulla Terra. L'Agenzia Spaziale Europea ha reso noto di avere testato droni interconnessi nei crateri del vulcano Stromboli e degli Astroni, vicino Napoli. "Alcuni droni interconnessi sono stati inviati in territorio vulcanico per testarne l'utilizzo per la protezione civile, al…

(Adnkronos) – Le tecnologie spaziali al servizio della protezione civile in caso di calamità naturali sulla Terra. L’Agenzia Spaziale Europea ha reso noto di avere testato droni interconnessi nei crateri del vulcano Stromboli e degli Astroni, vicino Napoli. “Alcuni droni interconnessi sono stati inviati in territorio vulcanico per testarne l’utilizzo per la protezione civile, al fine di migliorare gli interventi in caso di calamità naturali utilizzando la nuova tecnologia PNT” ha annunciato l’Esa spiegando, in un post sul suo sito, che la sperimentazione rientra nel “progetto, denominato Pathfinder, supportato dal programma NAVISP (Navigation Innovation and Support Programme) dell’Esa. “Due campagne di test sono state condotte finora, intorno al vulcano attivo dell’isola di Stromboli e all’interno della riserva naturale Cratere degli Astroni, in un cratere vulcanico vicino Napoli” ha riferito l’Esa. “In risposta a eventi catastrofici, il prototipo del sistema di gestione della flotta Pathfinder combina la tecnologia Pnt (Positioning, Navigation, and Timing – posizionamento, navigazione e sincronizzazione), basata sulla navigazione satellitare, con tecnologie di comunicazione per consentire alle squadre di soccorso, al personale e alle risorse di avere una comprensione più chiara della situazione. I droni servono a monitorare situazioni in rapida evoluzione e a dirigere la raccolta di campioni essenziali, come i materiali espulsi dai vulcani” ha spiegato l’Agenzia spaziale europea.  

“La loro presenza – ha proseguito l’Agenzia – agevola inoltre attività fondamentali come identificare persone in difficoltà e accelerare i soccorsi”. Per la massima efficienza nei momenti di crisi, “l’uso coordinato di droni aviotrasportati è combinato con rover terrestri seguendo una tecnica di posizionamento cooperativo di nuova concezione, nonché veicoli subacquei ove richiesto” ha aggiunto inoltre l’Esa sottolineando che “con il supporto del programma Navisp, la prova inaugurale del sistema Pathfinder si è svolta nel Mar Tirreno italiano intorno allo Stromboli e al suo interno”. L’Esa ha osservato che “questo paesaggio complesso, condizionato dal vulcanismo, dalla sismicità, dall’instabilità dei pendii e dal potenziale di tsunami, lo ha reso la scelta ideale per la campagna dimostrativa iniziale. L’obiettivo principale di questa campagna era quello di verificare e convalidare la funzionalità complessiva del sistema”. 

Per i test nel cratere di Stromboli l’Esa ha spiegato inoltre che sono stati utilizzati “diversi droni per monitorare l’area e fornire un’analisi approfondita degli eventi registrati” e “tra gli obiettivi, sostenuti da robuste soluzioni Pnt su misura, la campagna mirava a superare problematiche come la creazione di un’infrastruttura di comunicazione indipendente in situazioni in cui quella esistente si rivelasse inaffidabile”. Il test inoltre “ha valutato l’implementazione di sistemi di monitoraggio video e di videosorveglianza in tempo reale e in tempo quasi reale per migliorare la comprensione di contesti e situazioni” ha aggiunto l’Agenzia. La seconda campagna di test, “svoltasi la primavera scorsa nel Cratere degli Astroni vicino a Napoli, ha costituito l’occasione per valutare casi d’uso alternativi per il sistema, come il monitoraggio della flora e della fauna locali in situazioni di emergenza” ha riferito inoltre l’Esa. In particolare, “un drone principale collegato in tethering ha supervisionato altri droni impegnati a registrare la posizione degli animali nel Cratere degli Astroni di 247 ettari, una riserva naturale riconosciuta dal Wwf che fa parte dell’area vulcanica dei Campi Flegrei, a ovest di Napoli”. “Vista l’elevata probabilità che l’infrastruttura di comunicazione possa interrompersi in caso di calamità, il drone principale collegato in tethering di Pathfinder funge da hub di comunicazione affidabile e indipendente, offrendo una maggiore comprensione della situazione oltre il campo visivo. Questa configurazione indipendente assicura un posizionamento e una comunicazione continui e affidabili anche in situazioni in cui l’infrastruttura tradizionale fosse compromessa” ha aggiunto ancora l’Esa.  

“Il drone principale funge da ‘pseudo satellite’ o ‘pseudolite’, perché fornisce dati di potenziamento per migliorare la precisione della navigazione satellitare all’interno della zona di test” ha osservato Marco Nisi, responsabile del progetto presso l’azienda italiana Sistematica, intervendo sulle operazioni test con droni effettuate dall’Esa all’interno dei crateri dello Stromboli e degli Astroni vicino Napoli. Nisi ha spiegato che “inoltre, questo drone funge da punto d’accesso per il più ampio sistema di gestione dello spazio aereo dei veicoli aerei automatizzati, evitando qualsiasi potenziale conflitto con altro traffico aereo. Nel frattempo, un’unità di missione mobile separata o Mmu (Mobile Mission Unit) viene utilizzata per la raccolta di tutti i dati acquisiti, consentendo di pianificare la missione per i droni interconnessi, oltre ad occuparsi del coordinamento e dell’esecuzione delle operazioni all’insegna dell’efficienza”. Il progetto Pathfinder è realizzato da un consorzio guidato da Sistematica Spa, con il Centro per la Protezione Civile dell’Università di Firenze, TOPView s.r.l, FondazioneLinks Leading Innovation & Knowledge for Society, Politecnico Interdepartmental Centre for Service Robotics (Polito) e Alpha Consultants. L’Esa ha indicato che “dopo aver dimostrato il valore aggiunto di Pathfinder nel supportare le squadre di soccorso e le autorità di protezione civile, l’obiettivo del consorzio sarà quello di passare alla fase di commercializzazione”. Pathfinder è supportato da Navisp Element 2, con l’obiettivo di aumentare la competitività degli Stati Membri attraverso lo sviluppo di prodotti commerciali ottimizzati o innovativi.  

Ma che cos’è Navisp? Gli specialisti della navigazione dell’Esa supportano le aziende europee all’avanguardia nello sviluppo di nuove tecnologie e servizi di navigazione, a sostegno della competitività, dell’autonomia e della leadership industriali dell’Europa. L’Agenzia Spaziale Europea evidenzia infine che il risultato è il programma Navisp (Navigation Innovation and Support Programme) dell’Esa che “esamina ogni tipo di idee intelligenti sul futuro della navigazione: modi per migliorare la navigazione satellitare, sistemi di posizionamento alternativi e nuovi servizi e applicazioni di navigazione”. (di Andreana d’Aquino)  

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