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Baby gang, Perrini: «Ridare dignità ai lavori manuali per sottrarre manovalanza alla criminalità»

«Ridare dignità ai lavori manuali può essere la strada per evitare che tanti ragazzi finiscano nelle mani della criminalità». Lo ha detto il consigliere regionale Renato Perrini, presidente della Commissione di studio e d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia, a margine delle audizioni, nella stessa Commissione, della delegata dei Servizi sociali del Centro…

«Ridare dignità ai lavori manuali può essere la strada per evitare che tanti ragazzi finiscano nelle mani della criminalità». Lo ha detto il consigliere regionale Renato Perrini, presidente della Commissione di studio e d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia, a margine delle audizioni, nella stessa Commissione, della delegata dei Servizi sociali del Centro giustizia minorile, Angela Gismondi, e del dirigente penitenziario dell’istituto penale per i minori di Bari, Nicola Petruzzelli.

Per Perrini si può porre un argine al fenomeno delle baby gang «offrendo durante il percorso scolastico laboratori e stage che diano una prospettiva di vita».

Per questo Perrini ha invitato a partecipare ai lavori della commissione anche l’assessore regionale all’Istruzione, Sebastiano Leo, affinché «ascoltasse il grido di allarme di chi ogni giorno tocca con mano il problema della delinquenza minorile e chiede, a gran voce, che le Istituzioni facciano la loro parte a cominciare proprio da un’offerta formativa che valorizzi anche le capacità manuali di ragazzi che non vogliono studiare, ma non per questo non potrebbero imparare mestieri che oggi sono ricercatissimi, soprattutto nei settori edile, meccanico, elettrico, agricolo e ristorazione».

L’attuale formazione, ha evidenziato Petruzzelli, non riesce a dare prospettive reali ai ragazzi in stato di detenzione: l’ultimo corso, ad esempio, si è concluso al “Fornelli” di Bari nel dicembre 2017, era costituito da 3200 ore. Si tratta di un tempo lungo per ragazzi che nella maggioranza dei casi hanno abbandonato gli studi, anche quelli dell’obbligo, per la necessità o la volontà di “aggredire la vita”, di bruciare le tappe, alla ricerca di affermazioni personali che le mafie hanno imparato ad offrire mentre famiglia, scuola e Stato non sembrano più in grado di dare.

«Ha ragione il direttore Petruzzelli – ha sottolineato Perrini -: dobbiamo dare ai giovani un ruolo e un protagonismo positivo, per sottrarli alle lusinghe della criminalità che punta proprio ad arruolare i minori che sono in difficoltà, ma che hanno voglia di primeggiare e non riescono a farlo a scuola o nella società. Noi, come Regione Puglia, dobbiamo essere in grado di creare percorsi virtuosi di scuola lavoro per colmare quella disattenzione educativa alla quale spesso si sottrae anche la famiglia».

L’assessore Leo, dopo un’analisi cruda della situazione contro la quale impatta una fascia giovanile che non ha più certezze nell’affrontare la prospettiva, ha preannunciato il prossimo varo di un nuovo Programma dedicato alla Scuola. Si chiama “Scuola più” e offre tempo pieno, programmi di socializzazione e possibilità di nuove iniziative.

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