«Non c’è più tempo da perdere» per la Rete Alzheimer Puglia che denuncia «l’indifferenza e l’inerzia della Regione e delle Asl rispetto ai bisogni e alle condizioni di esclusione e di isolamento delle persone con demenza, nonostante il Piano nazionale demenze abbia dichiarato, già dal 2014, questa patologia una priorità di salute pubblica».
La Rete Alzheimer – di cui fanno parte associazioni di Alberobello, Bari, Brindisi, Foggia, Taranto, Giovinazzo, Putignano, Santeramo in Colle, della Bat e del Salento – spiega che in Puglia sono circa 70mila le persone con demenza e circa 150mila i caregivers familiari «sconosciuti e nascosti ad occhi indiscreti, in una condizione di solitudine, sofferenza e alienazione. Si tratta di cittadini pugliesi che hanno diritto di essere riconosciuti dalle istituzioni e dalla pubblica amministrazione».
Nella nota si evidenzia «la scarsa presenza di strutture residenziali per il ricovero, a confronto con quelle presenti nelle regioni del Nord, con 2 posti letto residenziali ogni 1000 abitanti al sud contro 8 posti letto al Nord (Istat 2018); la prevalente gestione familiare e privata della malattia, in una logica di abnegazione e rassegnazione e spesso di solitudine e isolamento».
La Rete Alzheimer ricorda di aver scritto circa un mese fa, «congiuntamente al responsabile dell’Istituto superiore sanità e ai professionisti esperti delle demenze partecipanti (neurologi, geriatri, neuropsicologi, terapisti della riabilitazione), anche ai presidenti dei gruppi consiliari della Regione Puglia per stigmatizzare il prolungato silenzio della Regione Puglia rispetto all’impegno formalmente assunto dagli assessorati alla Sanità e al Welfare di istituire un tavolo collegiale per le demenze, e, di conseguenza, la mancanza del piano diagnostico terapeutico assistenziale per le demenze della Regione».