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Giochi del Mediterraneo: i sindaci scrivono a Meloni. Il commissario Ferrarese assente alla riunione del comitato

Polemica senza fine sui Giochi del Mediterraneo 2026 di Taranto. Dopo che il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci ha minacciato di staccare la spina con l’immediata replica del commissario governativo Massimo Ferrarese che ha invitato il comitato organizzatore a presentare nuovi progetti per le infrastrutture, si consuma un nuovo round nel braccio di ferro in…

Polemica senza fine sui Giochi del Mediterraneo 2026 di Taranto. Dopo che il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci ha minacciato di staccare la spina con l’immediata replica del commissario governativo Massimo Ferrarese che ha invitato il comitato organizzatore a presentare nuovi progetti per le infrastrutture, si consuma un nuovo round nel braccio di ferro in corso.

Galeotta, stavolta, la riunione dell’assemblea di indirizzo del comitato organizzatore a cui il commissario straordinario era assente. Così i sindaci dei Comuni coinvolti nei Giochi, insieme al al presidente della Regione Michele Emiliano, hanno inviato una lettera a Ferrarese, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai ministri Fitto e Abodi per chiedere chiarimenti indispensabili per la progettazione e l’adeguamento degli impianti sportivi e per la definizione degli iter procedurali, condizioni fondamentali nell’ottica della collaborazione istituzionale e correttezza dei rapporti.

Tutti i sindaci interessati al masterplan dei Giochi evidenziano che «senza la necessaria copertura finanziaria per la realizzazione delle opere non è consentito approvare i progetti definitivi né tantomeno sviluppare i progetti esecutivi» e quindi è indispensabile che il governo metta a disposizione dei Comuni le somme già previste e impegnate con legge del Parlamento del marzo 2022. Inoltre si rende indispensabile un chiarimento delle procedure da utilizzare.

«È necessario – scrivono – stabilire quali debbano essere i soggetti attuatori, qual è il soggetto che procede alla convocazione delle conferenze di servizi approvative dei progetti oppure alla richiesta dei pareri tecnici necessari, chi debba procedere all’approvazione dei progetti e con quali modalità si debbano svolgere le gare di appalto dei lavori», anche alla luce del nuovo codice degli appalti. Dunque da un lato è indispensabile che siano stabilite e condivise le modalità di definizione dei progetti, i livelli di progettazione, gli iter approvativi e le stazioni appaltanti responsabili delle gare di appalto dei lavori, dall’altro è sempre più «urgente e fondamentale sbloccare con decreto di governo – già concertato lo scorso anno con tutti i ministeri del governo Draghi – i 150 milioni stanziati dal Parlamento nel marzo 2022 e non ancora erogati dall’attuale governo». Peraltro i sindaci evidenziano che tale importo non è sufficiente rispetto alle previsioni del masterplan predisposto dal comitato organizzatore fin dal 2020 e non tiene conto dell’adeguamento dei prezzi aumentati in media del 30 per cento negli ultimi tre anni. In ogni caso, il comitato sottolinea che ad oggi la gran parte dei progetti relativi ad adeguamento e ristrutturazione di strutture esistenti, è in fase di progettazione definitiva grazie alle risorse proprie dei Comuni che hanno anticipato le spese.

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