(Adnkronos) – Da Livorno a Palermo, passando per Capri, Procida e Salento: è boom di avvistamenti di squali lungo tutto il litorale. Numeri che spaventano i bagnanti, recentemente meno propensi a nuotare a largo per paura di trovarsi braccio a pinna con uno di questi esemplari. “Eppure molti squali sono a rischio estinzione”, dichiara all’AdnKronos Alessia Bacchi, specialista del Team Mare del Wwf Italia. “I dati scientifici ci raccontano che al netto dell’aumentare degli avvistamenti, nelle nostre acque gli squali sono in diminuzione continua. Nel Mediterraneo sono presenti 73 tipi diversi di questi esemplari e oltre la metà – ben il 58% – rischia di scomparire”.
Numeri che preoccupano particolarmente, soprattutto alla luce dell’importanza di questi esseri viventi per l’ecosistema marittimo e non solo. “Con la loro presenza e la loro attività, gli squali fungono da ‘pozzi’ di carbonio”, prosegue Bacchi, “aumentano il sequestro del carbonio e supportano la biodiversità marina. Alla loro morte, inoltre, il carbonio immagazzinato nei loro corpi non viene rilasciato nell’atmosfera ma si deposita nei sedimenti, mitigando di fatto l’impatto sull’ambiente e rallentando gli effetti del cambiamento climatico”.
Nonostante il ruolo importantissimo che ricoprono per il nostro ecosistema, non sono in molti ad apprezzare questi incontri ravvicinati con gli squali. Ad oggi, le segnalazioni di avvistamento lungo tutta la costa sono state circa una decina. L’ultimo esemplare è stato notato mentre nuotava vicino alla spiaggia di Oliveri, in provincia di Messina, terrorizzando i bagnanti.
“L’aumento nel numero di avvistamenti è strettamente correlato alla divulgazione della notizia stessa”, spiega all’AdnKronos la dottoressa Samira Gallo, ecologa e zoologa marina. “La presenza di pescecani, soprattutto vicino la costa, non riflette un reale e inusuale avvicinamento degli squali oppure un’innalzamento nel numero di esemplari presenti nei nostri mari, bensì sono la diretta conseguenza della risonanza mediatica che nell’ultimo decennio hanno questo genere di notizie e dell’aumento di canali – social e privati – nei quali diffondere il materiale video, più facilmente reperibile rispetto ai primi anni 2000”.
“Durante il periodo pandemico – prosegue Gallo – si è notata una maggior confidenza da parte degli squali legata alla minor presenza in mare di dissuasori (come imbarcazioni, pescherecci, turisti), tuttavia ad oggi l’attività a mare è rientrata completamente a regime, pertanto la fauna marina è tornata alle normali abitudini, tendenzialmente schive e riservate. La loro presenza in mare, sottocosta, non rappresenta alcun rischio per i bagnati, come non lo è stato negli anni precedenti. Gli squali – conclude Gallo – troppo spesso stigmatizzati, non rappresentano un pericolo per l’uomo, a prescindere se si vedano o meno”.