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A Canosa i funerali del bimbo di 6 anni morto in spiaggia: «Spero che nostro figlio impari dagli angeli»

Si sono svolti stamattina, nella cattedrale di San Sabino a Canosa di Puglia, i funerali del bambino di sei anni morto il 5 luglio scorso in un lido di Margherita di Savoia, dove stava partecipando a un campo estivo. In piedi, davanti all'altare, stretti in un abbraccio con la voce rotta dal dolore i genitori…

Si sono svolti stamattina, nella cattedrale di San Sabino a Canosa di Puglia, i funerali del bambino di sei anni morto il 5 luglio scorso in un lido di Margherita di Savoia, dove stava partecipando a un campo estivo.

In piedi, davanti all’altare, stretti in un abbraccio con la voce rotta dal dolore i genitori del piccolo: «Spero che nostro figlio impari dagli angeli», hanno detto.

«Dario continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando stavamo assieme», ha detto una delle sue insegnanti di scuola.

In chiesa, accanto ai genitori e alla nonna, c’erano anche i compagni di scuola del bambino: due di loro hanno portato un pupazzo di Spiderman e un orsacchiotto in peluche che sono stati posati sulla bara bianca assieme a tanti bigliettini e disegni. Sui banchi è stato lasciato un foglio su cui sono stati stampati la foto del bimbo con il grembiule e i pensieri delle maestre e della sua classe.

«Caro compagno di scuola – si legge – diligente, distinto nel comportamento, sfoglio una pagina del tuo quaderno e vedo una scrittura chiara e matura. Bravo amico e sincero, ti abbraccio e nel tuo amore spero».

A officiare la cerimonia funebre secondo il rito ortodosso, padre Ioan Diaconu e don Felice Bacco. Sull’altare, la foto del bimbo e accanto la kòlliva, preparato solo in occasione di questa ricorrenza. Si tratta di un impasto a base di grano saraceno, zucchero, uvetta, noci e mandorle.

«Ci siamo stretti attorno al dolore della famiglia ricordando che, come diceva Dostoevskij, nel dolore la verità si fa più chiara», ha dichiarato don Felice evidenziando l’importanza «della vicinanza alla famiglia a cui non vanno dette parole. Bisogna essere presenti, in silenzio».

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