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Offese, sevizie e abusi sessuali a bordo della nave Martinengo: chiesto il rinvio a giudizio per 3 persone

Dalle offese a sfondo sessuale ai palpeggiamenti nelle parti intime, passando per maltrattamenti, minacce e sevizie. Questo e molto altro sarebbe successo a bordo della nave Martinengo tra l’agosto e il dicembre 2021, quando l’imbarcazione era prima di stanza a Taranto e poi in missione nel Golfo Persico. A finire sotto accusa sono stati due…

Dalle offese a sfondo sessuale ai palpeggiamenti nelle parti intime, passando per maltrattamenti, minacce e sevizie. Questo e molto altro sarebbe successo a bordo della nave Martinengo tra l’agosto e il dicembre 2021, quando l’imbarcazione era prima di stanza a Taranto e poi in missione nel Golfo Persico. A finire sotto accusa sono stati due sottocapi scelti di prima classe – Giovanni Napolano e Gianluca Longo – e un capitano di fregata della Marina Militare, Roberto Carpinelli. I primi due sono accusati di concorso nel reato continuato di violenza, minaccia e ingiuria verso i loro inferiori, il terzo di violenza, minaccia e ingiuria continuate nei confronti dei propri sottoposti. I tre potrebbero essere rinviati a giudizio al termine dell’udienza preliminare a conclusione delle indagini condotte dalla Procura Militare della Repubblica di Napoli. Almeno una dozzina sarebbero le vittime dei loro comportamenti.

Secondo l’accusa i due sottocapi, Napolano e Longo, avrebbero praticato «più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, all’interno dei locali adibiti a cucina». Ad esempio avrebbero più volte appellato una sottoposta con il termine «zoccola», chiedendole di praticare sesso orale con loro e palpeggiandole seno e glutei. L’avrebbero inoltre minacciata con frasi del tipo «Falla pure la denuncia, tanto noi abbiamo già l’avvocato pronto» o «Noi di contro ti denunciamo impedendoti di fare i concorsi in Marina». Alla poverina avrebbero anche mostrato le loro parti intime e foto pornografiche. Entrambi gli imputati avrebbero inoltre usato violenza anche nei confronti di un altro sottoposto, accostandogli con connotazione sessuale una zucchina al sedere e simulando una penetrazione. Anche a lui avrebbero chiesto una prestazione sessuale per «sfogare» le loro pulsioni. Verso altre subalterne avrebbero usato violenza fisica, relegandole in un angolo, sollevandole su dei tavoli e impedendo loro di divincolarsi.

Comportamenti simili avrebbe tenuto anche il Carpinelli, capitano di fregata e comandante della Martinengo, che avrebbe palpeggiato con veemenza i seni e i glutei di diverse sottoposte (una di loro si sarebbe addirittura dichiarata omosessuale per evitare ulteriori contatti fisici), ma avrebbe anche colpito diversi subalterni con frutta e oggetti di varia natura, oltre ad offendere diversi colleghi con parolacce ed epiteti poco lusinghieri come «sfigato», «coglione» e «handicappato».

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