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Italia condannata a risarcire le aziende per le confische ambientali: c’è anche un terreno a Punta Perotti

Lo Stato dovrà risarcire con quasi un milione di euro tre aziende e un individuo per i terreni confiscati per salvaguardare l'ambiente e le bellezze naturali d'Italia. È quanto ha stabilito la Corte europea dei diritti dell'uomo. Tra i terreni in questione c'è anche un appezzamento a Punta Perotti a Bari, adiacente a quello dove…

Lo Stato dovrà risarcire con quasi un milione di euro tre aziende e un individuo per i terreni confiscati per salvaguardare l’ambiente e le bellezze naturali d’Italia. È quanto ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’uomo.

Tra i terreni in questione c’è anche un appezzamento a Punta Perotti a Bari, adiacente a quello dove sorgeva l’ecomostro (per la cui confisca l’Italia è stata condannata a Strasburgo nel 2009).

Gli altri terreno sono uno a Golfo Aranci e altri a Testa di Cane e Fiumarella di Pellaro, in Calabria.

L’indennizzo stabilito oggi, che per l’esattezza ammonta a 970 mila euro, è la diretta conseguenza della condanna inflitta dalla Corte di Strasburgo all’Italia nel giugno del 2018 per aver violato il diritto alla proprietà delle imprese (Giem Srl, Rita Sarda Srl e Falgest Srl) e di Filippo Gironda, proprietario al 50% di uno dei terreni, con una confisca ritenuta “sproporzionata”, dato che tra l’altro le aziende “non sono mai state imputate in alcun processo per il reato di abusivismo”, e i processi contro Gironda sono terminati con la prescrizione.

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