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Bce e politica monetaria, la scelta di campo di Visco

(Adnkronos) - Una scelta di campo netta, difficilmente equivocabile. Il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, nel suo intervento all'assemblea dell'Abi, parla della politica monetaria della Bce e lo fa prendendo una posizione che già in passato aveva assunto e difeso: servono equilibrio e cautela, perché la stabilità finanziaria deve essere considerata un fattore chiave anche…

(Adnkronos) – Una scelta di campo netta, difficilmente equivocabile. Il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, nel suo intervento all’assemblea dell’Abi, parla della politica monetaria della Bce e lo fa prendendo una posizione che già in passato aveva assunto e difeso: servono equilibrio e cautela, perché la stabilità finanziaria deve essere considerata un fattore chiave anche quando si parla di contrasto all’inflazione troppo alta.  

La semplificazione giornalistica mette contro i falchi e le colombe, per sintetizzare il confronto tra chi alzerebbe i tassi a oltranza e chi invece ritiene che sia necessario tenere conto di tutte le ricadute dell’aumento del costo del denaro, a partire dagli effetti sulla crescita, sui mutui e sul credito alle imprese. E, dice tra le righe il Governatore, se proprio ci si deve sbilanciare da una parte, allora meglio scegliere quella delle colombe.  

Visco parla come può parlare un Governatore ma, e non è la prima volta che lo fa, utilizza tutti i margini che ha a disposizione per essere più chiaro possibile. Il passaggio con cui chiude il suo intervento di fronte alla platea di banchieri sarà ricordato come uno dei messaggi più netti su un tema sempre scivoloso come le valutazioni sulla politica monetaria.  

“Se occorre tenere alta la guardia e dritta la barra, sono altresì necessarie buone dosi di prudenza e pazienza nel valutare e anticipare gli effetti della restrizione monetaria in atto dallo scorso anno, pure giustificata e da mantenere”, è la premessa. Allo stesso tempo, aggiunge però subito dopo Visco, “è certamente possibile limitare le conseguenze negative sull’attività economica e sulla domanda aggregata ed evitare che esse possano finire per riflettersi in pressioni eccessive al ribasso sui prezzi nel medio termine”. Quindi, le parole più nette. “Non comprendo e continuo a non condividere, a questo riguardo, osservazioni anche di recente avanzate che spingerebbero a preferire il rischio di essere più, anziché meno, restrittivi”. E’, usando una libera e grossolana traduzione nel linguaggio comune, la contestazione di quella parte del Consiglio della Bce che si spinge oltre l’ortodossia e il rispetto del mandato per sconfinare su posizioni oltranziste.  

Visco chiude con una spiegazione puntuale delle ragioni che sono alla base del suo ragionamento. “Ritengo che si debba essere cauti quanto basta; un atteggiamento simmetrico, in linea con le conclusioni della revisione della strategia di politica monetaria della Bce, mi sembra adeguato alle circostanze; permetterebbe anche di contenere le ricadute sul credito e preservare la stabilità finanziaria, di cui ho trattato in questo intervento e che, come ho osservato, è essa stessa condizione necessaria per la stabilità dei prezzi e la tenuta delle nostre economie”. 

Anche qui, una libera interpretazione giornalistica: attenzione, la lotta all’inflazione troppo alta non si deve fare compromettendo la stabilità finanziaria e la crescita. (Di Fabio Insenga) 

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