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Boom di epatiti e Hiv in Puglia. E tra i giovani torna la sifilide: «Emerge dalle donazioni di sangue»

Si riaffaccia con prepotenza uno spettro del passato: la sifilide. La malattia su base venerea, sessualmente trasmissibile, conosciuta nel mondo fin dall’antichità e che si pensava quasi del tutto debellata è ora in forte aumento tra i giovanissimi e non solo. L’allarme c’è e, a detta degli specialisti, i numeri parlano chiaro: dopo la pandemia,…

Si riaffaccia con prepotenza uno spettro del passato: la sifilide. La malattia su base venerea, sessualmente trasmissibile, conosciuta nel mondo fin dall’antichità e che si pensava quasi del tutto debellata è ora in forte aumento tra i giovanissimi e non solo. L’allarme c’è e, a detta degli specialisti, i numeri parlano chiaro: dopo la pandemia, nella fascia di età che va dai 18 ai 25 anni c’è un aumento del 30%. Fortunatamente i validi metodi diagnostici e l’elevata efficacia degli antibiotici offrono una cura a pieno regime ma, una volta infettati, quegli stessi anticorpi non vanno più via e restano nell’organismo. A lanciare l’allarme è Loredana Battista, dirigente medica con incarico di alta specializzazione nel servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale all’ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti.

«Sono in crescita non solo i casi di sifilide ma anche di epatite B e C e di HIV – precisa Battista – Come riusciamo ad avere questi dati? Attraverso le donazioni di sangue. Quando i ragazzi vengono da noi, spinti da quel nobile gesto di altruismo, devono compilare un modulo uniformato e lì rispondono a diverse domande concernenti il proprio stile di vita, a partire da eventuali usi di alcol e droghe, frequentazioni sessuali e così via. Sono loro stessi a confidare i tanti rapporti non protetti e, in questo caso, il nostro livello di guarda è massimo. Oltre al confronto con un altro laboratorio di riferimento, così come prevede la legge per ogni unità di sangue, i casi sospetti sono poi soggetti a controlli maggiori con prelievi doppi e lì scopriamo infezioni di cui i giovani sono decisamente ignari e anche disinformati». Il donare sangue, quindi, diventa anche un gesto positivo «egoistico», come lo definisce Battista: si compie un’azione per il prossimo e anche per la propria salute. L’incremento della sifilide, in maggior misura nei maschi, è dovuto alle mancate protezioni durante i rapporti; il periodo post pandemico ha accentuato il fenomeno e le conseguenze sono sotto le lenti degli specialisti.

Battista, consigliera nel Municipio 2 di Bari e incaricata dal sindaco Antonio Decaro per le politiche di contrasto all’emergenza sanitaria trasfusionale e la promozione della donazione come buona prassi, gira instancabile nelle scuole e parla con i ragazzi; li mette in guardia sui reali rischi di rapporti promiscui, come possono essere anche le infezioni della candida o del papilloma virus; comunica loro che la malattia della sifilide, una volta contratta, non permette mai più una eventuale donazione di sangue. In servizio al “Miulli” ormai da 15 anni, Battista evidenzia anche un cambiamento di stili di vita e costumi post pandemici, con un bisogno di libertà a “effetto boomerang”. La sifilide, quell’infezione che secondo alcuni storici fu contratta anche da un Benito Mussolini adolescente, è un’insidia “silenziosa” che non si vede e si può nascondere ma proprio per questo va conosciuta e combattuta.

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