«Per tutta l’estate potenzieremo i controlli sullo stato psicofisico di chi guida»: ad annunciarlo è Luca Speranza, numero uno della Polizia stradale in Puglia, al termine dell’ennesima domenica di sangue.
Altri tre morti nel giro di poche ore: perché, in Puglia come in Basilicata, le strade mietono tante vittime?
«I dati pugliesi degli incidenti mortali sono in linea col trend nazionale. Certo, può capitare un weekend caratterizzato da un maggiore numero di vittime o feriti, ma questo vale per qualsiasi regione italiana».
L’estate è cominciata: intensificherete i controlli?
«In realtà, in attuazione di un programma ministeriale, stiamo già conducendo servizi finalizzati al controllo dello stato psicofisico dei conducenti. Ieri (sabato, ndr) l’abbiamo fatto nella Bat, contestando e sanzionando diversi casi di guida in stato di ebbrezza; non abbiamo registrato, invece, episodi di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Effettueremo servizi di questo tipo sull’intero territorio regionale nell’arco dell’intera estate».
Ci sarà un maggiore dispiegamento di forze, dunque?
«Il servizio che ho descritto presuppone l’intervento del personale medico della polizia di Stato. Quindi sì, attualmente è impegnata – e continuerà a esserlo – una struttura logistica che coinvolge altri uffici della polizia coordinati dalle Questure».
Quali sono i comportamenti scorretti che la polizia stradale pugliese riscontra più frequentemente?
«Eccesso di velocità, uso del cellulare alla guida, distrazione. Molti giovani, inoltre, magari pur non facendo uso di alcol o droga, si mettono alla guida dopo un’intera notte in discoteca, quindi quando sono molto stanchi, e questo non fa altro che accrescere i pericoli per quanti devono percorrere le strade a bordo di un’automobile o in sella a un motociclo. Di questo occorre che tutti, a cominciare dai ragazzi, prendano coscienza».
Quali consigli sente di dare a chi guida?
«Non mettersi alla guida dopo aver bevuto alcol o quando si è troppo stanchi. E, nel caso di grossi spostamenti, preferire sempre le autostrade alle provinciali che purtroppo si rivelano spesso meno sicure».