Doppia cifra per l’export di olio, pasta e ortofrutta lavorata e conservata made in Puglia che riportano alla Dieta Mediterranea, e che li rende i prodotti pugliesi più venduti all’estero.
Lo afferma Coldiretti Puglia in una recente analisi dei prodotti agroalimentari venduti oltreconfine, elaborata su dati Istat Coeweb relativi al commercio estero nel primo trimestre 2023, diffusa in occasione del Summer Fancy Food 2023 di New York, dove al Javits Center level 3 era presente uno stand di Coldiretti, Campagna Amica e Filiera Italia. pwer l’associaizone agricola «L’olio svetta sul podio con un aumento del 35%, la pasta fa un balzo del 22%, e frutta e verdura lavorata e conservata hanno un aumento del 34%, confermando e bissando anche le performance del 2022». Dati di sicuro interesse e che potrebbero rappresentare un trampolino di lancio per un nuovo, e deciso, miglioramento dell’export pugliese.
Infatti, secondo Coldiretti «L’andamento sui mercati internazionali potrebbe ancora migliorare puntando a una più efficace tutela nei confronti della ‘agropirateria’ internazionale il cui valore ha superato i 120 miliardi di euro, anche sulla spinta della strana ‘alleanza’ tra Russia e Usa che, divise dalla guerra in Ucraina, si classificano rispettivamente come il Paese dove le produzioni tricolore taroccate sono cresciute e di più nell’ultimo anno e quello in cui registrano i più elevati fatturati». Insomma, Usa e Russia divise sul terreno bellico, alleate sul fronte agroalimentare, con gravi danni per le produzioni italiane e, nello specifico, della Puglia che devono fare i conti con il terribile “invasore” delle carni sintetiche.
«A minacciare il Made in Italy a tavola nel mondo ci sono anche le prime richieste di autorizzazione alla messa in commercio di carne, pesce e latte sintetici alla minaccia delle etichette allarmistiche sul vino fino al semaforo ingannevole del Nutriscore che boccia le eccellenze tricolori”, prosegue. Si tratta di un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio e incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”, sostiene», evidenzia ancora Coldirett che mette in tavola un dato decisamente allarmante: «oltre due prodotti agroalimentari tricolori su tre sono falsi senza alcun legame produttivo e occupazionale con il nostro Paese».