«Lo scontro politico mette in pausa la definizione dell’offerta formativa. Nulla di definito, ancora, nella riunione di ieri presso l’assessorato regionale all’istruzione sul tema del dimensionamento delle scuole». Così in una nota Roberto Romito, presidente regionale dell’Associazione nazionale dei dirigenti pubblici e alte professionalità nelle scuole (Anp) Puglia, sulla questione del dimensionamento scolastico su cui la Regione Puglia ha impugnato le nuove norme statali davanti alla Corte costituzionale.
«Rispetto agli anni passati, registriamo un sensibile ritardo nell’emanazione delle previste linee guida da parte della Regione che dovranno orientare nelle prossime settimane e mesi le proposte e le scelte di scuole, Comuni e Province – ha spiegato Romito – sulla definizione dell’offerta formativa sul territorio pugliese per l’anno scolastico successivo al prossimo, ossia il 2024/2025 e, in tendenza, per almeno due di quelli che lo seguiranno. Questa situazione è la risultante dello scontro, tutto politico, in corso fra regione Puglia e governo centrale, all’interno del quale spicca il ricorso pugliese alla Corte Costituzionale tendente ad annullare le norme in materia varate dal Parlamento con la legge di bilancio per il 2023».
Sul punto Romito ribadisce che Anp «è da anni interessata ad un riassetto razionale e stabile del sistema scolastico e della sua dirigenza».
Per il rappresentante della sigla maggiormente rappresentativa dei dirigenti scolastici italiani, sullo sfondo c’è «la necessità per la Regione, fermo restando il suo forte dissenso con il Governo, a non doversi vedere da questo commissariata in caso di inerzia nell’adozione dei provvedimenti, che devono essere comunque decisi e varati entro il 31 dicembre prossimo. Si tenga anche conto che la discussione del ricorso presso l’alta Corte inizierà soltanto il prossimo 27 novembre e che difficilmente si andrà a sentenza in tempi utili a disegnare un diverso scenario. Ciò comporta quindi che, sia pure obtorto collo, Regione Puglia li dovrà adottare».
Per Romito «tutto è migliorabile, ma riteniamo dannoso che si rimanga nell’attuale intollerabile situazione» del dimensionamento scolastico.
«Con le nuove norme – ha sottolineato – le scuole intese come luoghi in cui si effettua il servizio di istruzione rimarranno dove sono, nella misura in cui sono, e continueranno a funzionare come previsto. Ciò che cambierà sarà il numero e la dislocazione delle dirigenze scolastiche, che non tutte le scuole oggi possono avere: molte di esse (almeno 56) già oggi hanno un dirigente in reggenza e andranno a reggenza anche nel prossimo anno 2023/2024».