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Traffico internazionale di droga, i racconti dei collaboratori di giustizia: «Annoscia affiliato a Savinuccio»

A confermare i risultati delle indagini di carabinieri e Direzione distrettuale antimafia (che mercoledì scorso hanno portato all’arresto di 27 persone accusate di far parte di un’organizzazione di narcotrafficanti) sono stati i racconti dei collaboratori di giustizia – tre in particolare – che secondo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Angelo…

A confermare i risultati delle indagini di carabinieri e Direzione distrettuale antimafia (che mercoledì scorso hanno portato all’arresto di 27 persone accusate di far parte di un’organizzazione di narcotrafficanti) sono stati i racconti dei collaboratori di giustizia – tre in particolare – che secondo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Angelo Salerno, che hanno «consentito di delineare la struttura del sodalizio, individuando i promotori e partecipi».

Uno di loro, in particolare, aveva per anni tenuto «rapporti» con uno dei clan ritenuti vicini ai vertici dell’organizzazione criminale, quello dei Parisi di Japigia, a cui era affiliato il boss Giuseppe Annoscia, a capo del gruppo stroncato dall’inchiesta barese. Questo collaboratore, come si legge nelle 600 pagine di ordinanza di custodia cautelare, «ha confessato la partecipazione a numerosi delitti in materia di sostanze psicotrope, di armi, e contro la pubblica amministrazione, che si apprezzano per complessiva coerenza, genuinità e linearità».

Il loro racconto sarebbe stato importante, ma soprattutto conforme ai fatti oggetto d’indagine perché «appresi direttamente, essendo stati personaggi con ruoli di rilievo all’interno delle locali compagini criminali, e per tanto in grado di assicurare, per mezzo di canali informativi privilegiati, una costante conoscenza dei traffici illeciti operati in città, delle dinamiche criminali, degli assetti associativi, degli affari illeciti del gruppo di riferimento, dei delitti commessi nell’ambito delle associazioni in parola e soprattutto degli autori di essi, nonché dei relativi moventi».

Le dichiarazioni dei collaboratori sarebbero inoltre confermate non solo dal tenore delle conversazioni intercettate, ma soprattutto dai plurimi riscontri ottenuti mediante i servizi di osservazione, perquisizione e sequestro, nonché dai controlli del territorio che attestano le frequentazioni tra gli indagati.

Tra le carte emerge anche come le dichiarazioni dei collaboratori confermi i legami del clan di Japigia con Vincenza Bottalico, moglie del boss Giuseppe Annoscia e altri esponenti: «Questo Annoscia ha affiliazioni a livello di clan baresi?» chiede un investigatore a uno dei collaboratori, che risponde senza esitare «Sì, è affiliato al clan di Savinuccio Parisi».

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