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Pestaggio nel carcere di Bari, in tribunale i frame delle torture: 12 imputati tra infermieri e agenti

Le due telecamere, speculari l’una all’altra nel corridoio al piano terra del carcere di Bari, riportano in bianco e nero, e senza audio, i fotogrammi della paura. Ore 5.10 del 27 aprile 2022: dallo spicchio sinistro dell’immagine compare quel detenuto psichiatrico che poco prima aveva incendiato il materasso nella sua cella, che divideva con un’altra…

Le due telecamere, speculari l’una all’altra nel corridoio al piano terra del carcere di Bari, riportano in bianco e nero, e senza audio, i fotogrammi della paura. Ore 5.10 del 27 aprile 2022: dallo spicchio sinistro dell’immagine compare quel detenuto psichiatrico che poco prima aveva incendiato il materasso nella sua cella, che divideva con un’altra persona, si era poi barricato in bagno, rifiutandosi di uscire, mentre tutto intorno scoppiava la rivolta degli altri detenuti spaventati dal fumo. Lo trascinano in due, gli altri arriveranno subito dopo alla spicciolata. Il racconto non verbale, tutto custodito nella potenza delle immagini, è la prima prova che i pm Giuseppe Maralfa (procuratore aggiunto) e Carla Spagnuolo si giocano nel processo a 12 persone, tra guardie carcerarie e altro personale del carcere di Bari, accusati a vario titolo di tortura e violenze, fatte e (per alcuni) non impedite, ai danni di quel detenuto psichatrico. Altre tre persone, tra cui il medico responsabile dell’infermeria, hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato.

In aula, dinanzi ai giudici della prima sezione penale, ieri mattina, c’erano anche gli imputati messi faccia a faccia con i loro stessi volti, i corpi che tirano brutali calci nei quattro minuti di inferno e paura. Sullo sfondo, il medico e gli infermieri che, dinanzi all’infermeria per pochi secondi, scelgono poi di rientrare mentre esplode la rabbia degli agenti. E il silenzio, durante la visione di quel pestaggio, faceva da cornice alla difficoltà delle emozioni. A descrivere e identificare gli imputati, frame per frame, uno dei carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, che ha condotto le indagini.

Secondo l’accusa, sei agenti della polizia penitenziaria avrebbero torturato il detenuto di 43 anni. Le violenze sarebbero iniziate lungo il percorso dalla cella all’infermeria, con il personale che – come si legge negli atti giudiziari – sarebbe intervenuto “con violenze gravi e agendo con crudeltà”, prima scaraventando il 42enne sul pavimento, poi colpendolo con calci e schiaffi sulla schiena, sul torace, sui fianchi e sul volto, “sottoponendolo per circa quattro minuti a un trattamento inumano e degradante”.

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