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Motociclista morto a Bari, il procuratore Rossi: «Carabinieri estranei. Non tollereremo minacce» – VIDEO

A margine della conferenza stampa sugli arresti per narcotraffico ad Altamura, tra i quali Alceste Cavallari, figlio dell’ex re Mida delle Case di vita riunite, Francesco, il procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, tiene a chiarire la totale estraneità dei carabinieri all’incidente in cui è rimasto coinvolto Christian Di Gioia, il 27enne deceduto la notte…

A margine della conferenza stampa sugli arresti per narcotraffico ad Altamura, tra i quali Alceste Cavallari, figlio dell’ex re Mida delle Case di vita riunite, Francesco, il procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, tiene a chiarire la totale estraneità dei carabinieri all’incidente in cui è rimasto coinvolto Christian Di Gioia, il 27enne deceduto la notte tra mercoledì e giovedì scorsi in un incidente stradale nel quartiere Japigia.

Rossi ha anche condannato in maniera ferma e decisa i gesti di minaccia e di tipo mafioso.

«La macchina dei carabinieri è assolutamente estranea all’incidente, non c’è stato alcun posto di blocco, nessuno non si è fermato allo stop e non si può dire che ci sia stato un inseguimento come fosse un telefilm», ha detto Rossi. Ne è seguita una polemica sui social con accuse e minacce da parte della famiglia e degli amici del giovane secondo cui nell’incidente sarebbe coinvolta un’auto dei carabinieri.

«Su quello che è successo stiamo facendo ogni accertamento – ha aggiunto il procuratore – ma non tollereremo che il dolore della famiglia possa diventare minaccia a chi ha sempre fatto il suo dovere. La minaccia – ha precisato Rossi – non è mai legittimata dal dolore, le falsità che non possono essere accettate e noi non tollereremo manifestazioni come quella del funerale che sono espressione di un modello di criminalità organizzata».

Rossi ha espresso «fiducia nell’arma dei carabinieri. Siamo stati inflessibili quando ci sono state delle mancanze da parte di militari che abbiamo sottoposto a misure cautelari, quando necessario». Quanto alla richiesta, avanzata dal nuovo sindacato dei carabinieri, di diffondere il video che, di fatto, scagionerebbe i militari, Rossi ha detto che «non serve diffondere elementi probatori, la mia parola è più importante dei video. Questa è una risposta istituzionale».

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