Rischia di abortire ancor prima di nascere la verifica politica annunciata dai partiti di maggioranza alla Regione Puglia. A gelare i desiderata degli alleati di centrosinistra – Pd, civici e Cinque Stelle – arriva la “scomunica” del governatore Emiliano, che ieri ha riunito i suoi collaboratori più stretti per dettare la linea. Il presidente sembra fermamente intenzionato a frenare gli entusiasmi delle forze politiche che chiedono un robusto rimpasto di giunta fino addirittura a prefigurare (come ha ventilato il gruppo dem) l’azzeramento della squadra degli assessori. Qualcuno, sempre Pd, si è spinto a chiedere persino la sostituzione del presidente del consiglio Loredana Capone.
Idee strampalate e ipotesi irricevibili rispedite al mittente dal presidente della giunta, che lo ha chiarito ieri nel vertice tenuto nel suo ufficio. Il governatore è piuttosto orientato ad una discussione sul programma di fine mandato e, magari, a rivedere con serenità le presidenze delle otto commissioni consiliari scadute il nove luglio. Del resto, fanno notare dal suo staff, nella sua lunga carriera politica Emiliano ha sempre accuratamente evitato rimpasti di giunta, ad eccezione di singole questioni, in qualche caso personali o dettate da contingenze. Ritocchi o sostituzioni, insomma, preferendo il motto: «squadra che vince non si cambia».
Una linea da tenere anche nei confronti delle due o tre poltrone traballanti dell’esecutivo. Ad esempio l’assessora Maraschio dopo il caso Brindisi e la sconfitta del centrosinistra ad opera di Verdi e Sinistra Italiana, i suoi partiti di riferimento. Ma anche l’assessore al personale Stea, rimasto unico rappresentante della lista civica dei Popolari in consiglio regionale. Il Pd, ma anche i civici, hanno chiesto la testa di entrambi, allargando il mirino all’assessore alla Sanità Palese. Per tutta risposta Emiliano ha difeso la Maraschio, risultato di un accordo politico-elettorale del 2020 con Nichi Vendola. A metterlo in discussione, fanno sapere dall’ufficio presidenziale, potrebbero essere solo Verdi e Sinistra Italiana se dovessero assumere atteggiamenti irresponsabili.
Stesso discorso per Stea. Emiliano non può e non vuole sottrarsi al patto elettorale con il leader dei Popolari, che ha regalato al centrosinistra oltre 100mila voti alle scorse regionali. Insomma i partiti devono mettersi l’anima in pace, abbassare la testa e pensare a lavorare. Anche perché, filtra dalla presidenza, all’interno del Pd Emiliano è la sintesi delle correnti Schlein e Bonaccini, e quindi nessuno può rivendicare nulla.
Quanto ai civici recalcitranti il presidente mantiene saldamente il controllo di tutte le liste. Per non parlare del gruppo Cinque Stelle che, si apprende dai vertici del partito a Roma, ha dettato un comunicato sulla necessità di aprire la verifica non concordato con il presidente Conte, che la ritiene inutile e intempestiva in Puglia.