L’ex portiere della Nazionale e della Juventus, Stefano Tacconi, è ricoverato da ieri al Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo dove sta proseguendo la riabilitazione a seguito di un’emorragia cerebrale che lo ha colpito più di un anno fa durante un evento benefico.
Tacconi continua a migliorare circondato dall’affetto dei suoi familiari e delle tante persone che gli vogliono bene.
«È molto determinato» spiega il figlio Andrea che racconta di avere il sogno di «portarlo allo stadio per fare un giro di campo, così almeno saluta tutte le persone che gli sono state vicine in questo periodo».
A sostenerlo il campione 66enne nel cammino verso la totale guarigione ci sono «milioni di persone anche dall’estero: amici, tifosi, ex calciatori – sottolinea Andrea – con un affetto incredibile che non ci aspettavamo e che ci aiuta molto».
I traguardi raggiunti sono notevoli: «Cammina sempre con un supporto, però è migliorato molto. Ultimamente – racconta – mi ha detto “me la sono vista brutta”, ha capito che è stata una cosa grave quella che ha avuto». E il fatto che sia uno sportivo sicuramente gli sta dando una mano: «Essere abituato ad allenarsi lo aiuta ad affrontare la riabilitazione. Anche i dottori – riferisce Andrea – dicono che la sua fortuna è aver sempre giocato a calcio, il suo fisico è diverso da quello degli altri pazienti. Ci vorrà del tempo, però ci sta mettendo la buona volontà come quando giocava».
Quanto alla decisione di venire in Puglia, dopo le cure al don Gnocchi di Milano, è sua moglie Laura a spiegare che «la scelta di essere qui, nell’ospedale di Padre Pio, è stata fortemente voluta da Stefano e dalla mia famiglia per il legame che ci ha sempre unito. Abbiamo la consapevolezza che per Stefano sia stata la decisione migliore. Il tragitto sarà ancora lungo ma essere in questo posto ci dà molta forza e molto coraggio».