Potrebbe presto arrivare in Consiglio Comunale la delibera per stabilire la decadenza dei consiglieri assenteisti. Il caso è stato sollevato dalla vicenda di Pino Di Giorgio che negli ultimi mesi ha collezionato più di cinque assenze consecutive in aula: mancando nelle sedute del 6 e del 27 febbraio, in quelle del 13 e del 23 marzo, poi ancora in quelle del 17 e del 27 aprile e infine in quelle dell’11, del 25 e del 30 maggio, in totale nove. Ma i consiglieri a rischio adesso sarebbero due, uno dei quali impegnato come Senatore dopo le elezioni dello scorso settembre.
Da Palazzo di Città, fa sapere il presidente del Consiglio Comunale Michelangelo Cavone, si è ancora nella fase delle verifiche preliminari. «Stiamo approfondendo perché va prima verificato se i consiglieri sono venuti, hanno preso la tessera e l’hanno inserita. Si tratta di una procedura abbastanza complessa che porterà via qualche giorno e poi capiremo come andare avanti – spiega Cavone – Probabilmente si andrà in consiglio per la votazione, perché la decadenza non è una semplice presa d’atto, un automatismo, ma va votata».
Gli uffici stanno dunque passando al setaccio le posizioni di tutti i consiglieri sia comunali che dei cinque municipi. «Ci sono inoltre una serie di sentenze che vanno in quella direzione e stiamo facendo anche una verifica della giurisprudenza in merito – aggiunge Michelangelo Cavone – e sicuramente dovrà essere presentato un provvedimento in Consiglio che poi andrà votato e di conseguenza approvato o respinto dal Consiglio stesso. Nei prossimi giorni, al termine delle verifiche sulle situazioni dei singoli consiglieri, manderò una nota per dare loro il modo di controdedurre prima di valutare la possibilità di avviare il procedimento di decadenza. Quando saremo pronti convocheremo una conferenza dei capigruppo e proporremo una delibera in Consiglio comunale».
Ma come mai il tema dell’assenteismo di alcuni consiglieri comunali non è mai emerso a Palazzo di Città? Cavone ha spiegato che «noi non facciamo un conteggio delle presenze. Anche perché non è un compito che spetta all’ufficio di presidenza. Non facciamo una verifica perché la decadenza può essere proposta anche da un singolo consigliere. Non mi sono mai posto il problema di vedere il numero di assenze consecutive non giustificate perché ognuno si assume la propria responsabilità nell’esercizio delle funzioni pubbliche. C’è uno statuto e si dà la possibilità di fare valere le proprie ragioni alla luce del regolamento stesso. Da quel punto di vista tutti i consiglieri sono ampiamente tutelati». Non resta ora che da attendere e vedere se la delibera arriverà in Consiglio e se verrà approvata o respinta.