Due amici, diversi ma complementari. Si definiscono così Marco Masini e Giorgio Panariello, che porteranno in Puglia il loro nuovissimo spettacolo “Panariello vs Masini – Lo strano incontro”, organizzato da Aurora Eventi e in programma l’1 agosto alla banchina di San Domenico di Molfetta e il 2 agosto a Mesagne, in piazza Orsini.
Da dove nasce questo spettacolo?
Panariello: «Nasce dal fatto che io, avendo una certa età, non ho più voglia di fare spettacoli interminabili da solo. Per questo ho pensato di riposarmi e trovarmi un cantantino che mi suonasse due canzoni tra un mio pezzo e l’altro. Però erano tutti occupati: l’unico libero era Marco…»
Masini: «Confermo. Ho accettato perché alle volte rimango deluso dall’insensibilità dei colleghi che non hanno capito che Giorgio c’ha la sua età e un sacco di acciacchi. Poverino, non si muove più e non se non fai la tournee quest’anno non la fai più (ridono)».
Cosa accadrà sul palco?
P: «Sarà uno show dove non c’è solo l’alternanza tra le canzoni di Marco e i pezzi miei, perché sarebbe noioso. Noi lo spettacolo lo faremo insieme: ci sarà uno “scontro” su due modi di vedere gli stessi argomenti della vita, dall’amicizia all’amore, passando per il tradimento e la passione. Certi temi sono universali sia per i cantanti che per i comici: ci sarà una gara tra i nostri due punti di vista, il comico e il poeta. È chiaro che ci saranno molte cose che faremo insieme: Marco farà cose che il pubblico non è abituato a vedergli fare, come le imitazioni. Quando lui canta, poi, io organizzo una tombolata»
M: «Lo spettacolo è di tutt’e due perché la vita si può vedere sotto tanti punti di vista. Sta lì la voglia di raccontare al pubblico lo stesso argomento visto in mille modi diversi. Partiamo da un dolore analizzato da una mia canzone per sdrammatizzarlo con un punto di vista totalmente opposto. Il dolore va alleggerito anche attraverso l’ironia verso noi stessi, per arrivare a non sentirlo più».
Più musica o comicità?
P: «È ovvio che c’è uno sbilanciamento tecnico naturale perché una canzone dura tre minuti, un pezzo comico non meno di dieci. Ma abbiamo cercato di fare più cose insieme e meno monologhi da soli: non c’è un momento in cui uno va fuori e l’altro rimane sul palco da solo».
M: «Anche Giorgio canta, non solo io. Tra l’altro approfitto per dirgli che gli ho già mandato la fattura di 36mila euro per l’auto-tune: fai presto a pagarla! (ride)».
Ma durante lo show, Giorgio si prende il “vaffanculo” di Marco?
P: «Sono riuscito a evitarlo, almeno per ora. Ovviamente ci saranno tutti i riferimenti alle canzoni più popolari di Marco, come questa, ma saranno anche utilizzate in maniera differente, come una versione dance di “Le ragazze serie”…».
Che pensate della Puglia?
G: «La conosco da quando ero alle prime armi perché il Sud ci ha sempre dato la possibilità di lavorare. Nel tempo ho avuto modo di conoscerla anche da turista, quando il Salento non era così popolare ed eravamo in 5 a conoscerlo. Oggi è forse la regione d’Italia più popolare nel mondo: io ho conosciuto quella vera e verace».
M: «Sono stato per dieci anni con una brindisina e ho conosciuto la Puglia negli anni ’80, quando ci accompagnavo un’artista di Margherita di Savoia con il quale ho condiviso tanti lavori. Conosco la Puglia da quando avevo vent’anni».
P: «Io non ero ancora nato…»
M: «Certo. Io frequentavo posti bellissimi quando tu non li conoscevi (ridono). Il problema è che quando mangi una volta in Puglia non torni più a casa perché si mangiano cose strepitose».
Cosa vi piace di più della Puglia?
P: «A lui sicuramente le donne!»
M: «Beh, le donne in Puglia son le più belle di tutte, non hanno eguali»
P: «Io dico i pugliesi. Noi lavoriamo con tanti di loro, come Gennaro Nunziante che è il Mogol di Checco Zalone, uno dei miei comici preferiti. Poi ci sono così tante cose che mi piacciono che non riesco a pensarne una senza essere scontato».
Che spettacolo si devono attendere i pugliesi?
M: «Emozionante, perché si andrà dall’emozione più struggente alla risata. Sarà anche riflessione e divertimento: uno spettacolo totale sotto tutti gli aspetti, proprio per la nostra visione di vita e per le cose sia belle che brutte che abbiamo vissuto».
Oltre al fatto di essere entrambi toscani, cosa vi unisce?
P: «Il fatto di essere toscani è importante perché abbiamo un umorismo in comune. E poi anche il carattere: conosco tanti cantanti, ma per condividere il palcoscenico con una persona devi averne stima e affinità, oltre a un carattere che ti permette di accettare di fare uno spettacolo con questa persona non solo per guadagnare dei soldi».
Un difetto di Marco per Giorgio e viceversa
P: «Marco ha una voce abbastanza buona e questo è un pregio. Il difetto è che dovrebbe cantare bene, non canticchiare (ride). Scherzi a parte, il suo difetto è che è preciso e puntiglioso. Ma credo sia anche il suo miglior pregio: è un grande professionista».
M: «Anche Giorgio è un grande professionista, ma ha un grande difetto: odia il freddo. Chissà se la spunterò io con i -16 gradi del condizionatore o lui che vuole mettere il riscaldamento».