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Nubifragi e grandine in Puglia: campi “affogati” e colture distrutte. Coldiretti: «È una calamità»

«È calamità in Puglia con danni incalcolabili nelle campagne allagate dai nubifragi che si stanno abbattendo ormai da oltre un mese da nord a sud» della regione. È la denuncia di Coldiretti Puglia a seguito dell’ennesima allerta meteo con bombe d’acqua e tempeste di fulmini in tutte le province, «con il grave rischio che anche…

«È calamità in Puglia con danni incalcolabili nelle campagne allagate dai nubifragi che si stanno abbattendo ormai da oltre un mese da nord a sud» della regione. È la denuncia di Coldiretti Puglia a seguito dell’ennesima allerta meteo con bombe d’acqua e tempeste di fulmini in tutte le province, «con il grave rischio che anche il grano venga compromesso dalla violenta ondata di maltempo e i pomodori appena trapiantati con la disperazione degli agricoltori», spiegano dall’associazione degli agricoltori pugliesi.

Tra Minervino e Spinazzola i campi di orzo da birra sono “affogati” dalle piogge violente, mentre le piante di pomodori appena trapiantate sono trascinate via dall’acqua «con l’impossibilità di procedere con nuovi impianti perché le campagne sono impraticabili», sottolineano da Coldiretti.

Il 40% della produzione degli asparagi in Capitanata è andato in fumo, mentre si è perso oltre il 60% del foraggio per alimentare gli animali nelle stalle. E ancora: frutta e ortaggi distrutti dalla grandine, teloni di uva da tavola strappati dal vento, ma le recenti straordinarie e violente precipitazioni non hanno risparmiato il settore vitivinicolo creando un ambiente favorevole alla diffusione della peronospora, «una malattia fungina che può causare gravi danni alle viti e compromettere la capacità produttiva dei vigneti e, con essa, la tenuta economica delle aziende e delle strutture cooperative che operano nel comparto», spiega Coldiretti.

Il maltempo, con temperature più basse della media stagionale, bombe d’acqua e vento forte, dopo la lunga siccità, ha colpito anche gli alveari e taglia i raccolti di miele in primavera con una perdita di produzione dei mesi di aprile e maggio 2023 pari anche dell’80% rispetto alla scorsa stagione.

«Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne».

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