Nello stesso momento in cui in città infiamma il dibattito sulla tassa di soggiorno, che si prepara ad essere discussa in Consiglio comunale, la fondazione Openpolis pubblica i dati della spesa pro-capite dei Comuni italiani alla voce “servizi turistici”. Desolante lo scenario nel bilancio barese. Tra campagne pubblicitarie, marketing del territorio, eventi culturali e spese di gestione degli uffici amministrativi, il Comune spende poco più di 2 euro a testa, contro una media nazionale che si aggira, invece, attorno ai 23.
Fanalino di coda tra i Comuni con popolazione superiore a 200mila abitanti, il capoluogo pugliese è comunque il primo nel Mezzogiorno, seppur ben distante per investimenti rispetto alle città del Nord. Impietoso, infatti, il paragone con Venezia, tra le grandi città quella con la spesa maggiore, che supera i 30 euro pro capite.
Imbarazzante anche il confronto con le altre città sul podio: Genova, che mette a budget 18 euro a testa per ogni cittadino, seguita da Bologna, che ne metta 15,78. Di fatto, la classifica redatta da Openpolis fotografa, almeno per quanto concerne le città con più di 200mila abitanti, un Paese spaccato a metà. Perché, a precedere Bari in materia di risorse investite per i servizi, sono tutte città settentrionale, con l’eccezione di Roma, ottava, con una spesa leggermente superiore a quella del capoluogo pugliese. E a chiudere la classifica, sono città del Sud. Subito dopo Bari, infatti, la città che spende meno è Catania (2,15 euro pro capite), seguita da Napoli (1,38) e Messina (0,19). Sorprendente il posizionamento di Milano, che si piazza come il penultimo capoluogo per spesa in turismo, con soli 1,94 euro pro capite investiti.
Secondo Openpolis, nel bilancio 2021 la spesa assoluta del Comune di Bari per i servizi turistici è stata di 721mila 938 euro. Ma a spendere di più in termini assoluti per il settore sono comuni molto piccoli. Si tratta di Rosello, Drenchia e Roaschia, che contano, rispettivamente 163, 98 e 95 abitanti. Località nell’entroterra della Penisola, per lo più montanare, che, nel 2021, hanno impiegato alla voce turismo 7mila 315 , 2mila 762 e 2mila 424 euro pro capite. Importi rilevanti in comuni ridotti che spiegano la loro ragion d’essere in progetti specifici inseriti nel bilancio di questi comuni.
