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Dossier, un pugliese su due si aspetta un aumento di stipendio rispetto allo scorso anno

Il 51% dei pugliesi si aspetta un deciso aumento di stipendio di almeno il 6,6%, l’1% in più di quanto mediamente sono aumentati i salari nel 2022. È quanto emerge dal report People at Work dell'Adp Research Institute dal quale emerge, inoltre, che il 48% dei lavoratori della regione ritiene di essere sottopagato. È questa…

Il 51% dei pugliesi si aspetta un deciso aumento di stipendio di almeno il 6,6%, l’1% in più di quanto mediamente sono aumentati i salari nel 2022. È quanto emerge dal report People at Work dell’Adp Research Institute dal quale emerge, inoltre, che il 48% dei lavoratori della regione ritiene di essere sottopagato. È questa l’altra faccia dell’inflazione galoppante che da dopo la pandemia stenta ad abbandonare l’Italia e i paesi occidentali. Una conseguenza dei rincari delle materie prime ma anche della guerra in Ucraina.

Il tutto si riversa inevitabilmente sui lavoratori. A giustificare le loro aspettative ci sono anche i dati diffusi dall’Istat secondo cui nel 2022 i prezzi al consumo sono cresciuti nel Mezzogiorno dell’8,2% , implicando quindi una riduzione dei salari reali. A tutto questo si aggiunge un altro aspetto evidenziato dalla ricerca: per il 41% dei lavoratori pugliesi le aziende non hanno adottato nessuna iniziativa a sostegno dei dipendenti, per consentirgli di affrontare il complesso periodo economico. Il report è stato realizzato su ampio spettro coinvolgendo oltre 32.000 lavoratori in 17 Paesi, tra cui circa 2.000 in Italia. L’obiettivo è analizzare la percezione che i dipendenti hanno dell’attuale mondo del lavoro e di ciò che si aspettano e sperano di ottenere dal proprio datore di lavoro in futuro. Oltre a un aumento di stipendio, il 28% dei lavoratori pugliesi prevede di ottenere un bonus e il 17% una promozione.

In ogni caso, come riporta lo studio, il 50,4% di loro afferma che la retribuzione è il fattore più importante in ambito lavorativo, seguito dall’avere piacere a lavorare nella propria azienda (42,1%) e dalla stabilità (36,1%). «Un dato – si legge sempre nell’indagine – che potrebbe essere correlato sia al tasso di insoddisfazione (57,1%) concernente il salario ricevuto, sia al percepito sull’adeguatezza del proprio stipendio rispetto al lavoro svolto: il 48,1% dei pugliesi pensa di essere pagato meno di quanto meriterebbe». La percentuale di chi in Puglia si aspetta un incremento salariale è superiore a dato nazionale, dove il dato si ferma al 44,3% dei lavoratori.

In media, gli italiani si aspettano un aumento dell’6%. Questo nonostante lo scorso anno in Italia il 44% dei dipendenti abbia ottenuto un incremento medio dello stipendio pari al 5,5%. Oltre a un aumento di stipendio, il 28% dei lavoratori italiani prevede di ottenere un bonus e il 19% una promozione. Tuttavia, secondo il 44% le aziende non hanno adottato nessuna iniziativa a sostegno dei dipendenti e il 45,6% pensa di essere sottopagato.
«Il riconoscimento di un aumento salariale è un tema di estrema rilevanza – afferma Marcela Uribe, General Manager Adp Southern Europe-. Qualsiasi somma sia stata concessa ai lavoratori in passato, è improbabile che freni le nuove richieste di un aumento. Con l’impennata del costo della vita, i lavoratori delle fasce di reddito medio-basse hanno riscontrato una forte riduzione del loro reddito disponibile, e anche alcuni lavoratori con redditi più elevati ne risentono.

La spesa per i beni di prima necessità, e non solo per i beni di lusso, è stata fortemente compressa a causa dell’impennata delle bollette energetiche, dell’aumento degli affitti, dell’incremento dei tassi di interesse e dell’aumento delle spese alimentari. Anche se l’inflazione ha raggiunto il suo picco, sembra che ci vorrà del tempo per tornare a livelli più sostenibili. I datori di lavoro hanno il difficile compito di soppesare le richieste di aumento di stipendio con le sfide poste dall’aumento dei costi e dal restringimento dei margini di profitto.

I lavoratori sono fiduciosi di ottenere un aumento di stipendio dalla loro attuale azienda, ma in caso contrario è forte la sensazione di potersi assicurare un aumento cambiando lavoro. Le implicazioni per l’acquisizione e la fidelizzazione dei talenti sono enormi. Come dimostra la recente ondata di scioperi in molti Paesi e in diversi settori industriali, molti lavoratori ritengono che non si stia facendo abbastanza e sono disposti ad adottare misure sempre più drastiche, organizzando scioperi per far valere le proprie ragioni e raggiungere un accordo adeguato. I datori di lavoro che non sono in grado di concedere aumenti di stipendio adeguati devono pensare in modo creativo a come soddisfare il personale in altri modi, ad esempio offrendo maggiore flessibilità o altri vantaggi» conclude Uribe.

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