Salvaguardare l’asparago di Capitanata e debellare un lepidottero killer sono gli obiettivi di un progetto messo a punto dall’Università di Foggia insieme, tra gli altri, a Coldiretti, Futuragri e i suoi associati, e l’Ateneo di Bari.
Il cosside dell’asparago è il principale nemico di questa coltura in termini di rese produttive e di qualità del prodotto. I danni dell’insetto, dovuti alla distruzione delle radici da parte delle larve, possono pregiudicare la prosecuzione della coltura dopo i primi 2-3 anni e l’avvio di nuovi impianti nella stessa zona.
Danni maggiori, negli ultimi anni, si sono registrati soprattutto in provincia di Foggia, che con 8.000 ettari di coltura, produce il 60% degli asparagi italiani.
I ricercatori del dipartimento Dafne dell’Università di Foggia hanno identificato il feromone sessuale dell’insetto, finora sconosciuto; i ricercatori del dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell’Università di Bari, invece, hanno individuato ceppi di nematodi e funghi entomopatogeni in grado di indurre elevati livelli di mortalità larvale.