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Processo Montante, già prescritti alcuni reati

(Adnkronos) - Arrivano le prime prescrizioni per alcuni dei capi di imputazione del processo al 'cerchio magico' dell'ex paladino antimafia Antonello Montante, ex potente Presidente degli industriali siciliani. Ad annunciarlo è stato oggi, nel corso dell'udienza, il Presidente del Tribunale, Francesco D'Arrig che ha chiesto ai legali degli imputati e alle parti civili di effettuare…

(Adnkronos) – Arrivano le prime prescrizioni per alcuni dei capi di imputazione del processo al ‘cerchio magico’ dell’ex paladino antimafia Antonello Montante, ex potente Presidente degli industriali siciliani. Ad annunciarlo è stato oggi, nel corso dell’udienza, il Presidente del Tribunale, Francesco D’Arrig che ha chiesto ai legali degli imputati e alle parti civili di effettuare le dovute verifiche. La questione sarà al centro della prossima udienza che si terrà lunedì prossimo, 5 giugno. Tra gli imputati per i quali è subentrata la prescrizione spicca il nome dello stesso Montante, accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, per il capo di imputazione H, cioè la truffa in concorso, con l’ex assessora regionale all’Industria Linda Vancheri e con l’imprenditore Carmelo Turco. La prescrizione riguarda anche l’imputato Salvatore Calì per il capo J, cioè per favoreggiamento, ma anche Carlo La Rotonda e lo stesso Calì per il capo L, cioè la simulazione di reato. Inoltre, prescritto anche il capo M per Lillo Romeo, cioè il falso.  

Già nella scorsa udienza il Presidente del Tribunale, Francesco D’Arrigo, aveva annunciato una accelerazione delle udienza. Da adesso in poi si terranno almeno quattro udienze al mese. “Ogni lunedì sull’altare di questo processo saranno sacrificati dai 5 ai 7 processi – aveva detto D’Arrigo a fine udienza – I testi che saranno convocati dovranno venire e prego la Procura di specificare loro di lasciare ogni impegno per venire a testimoniare”. I tempi si sono allungati con la riunificazione delle due tranches dei processi sul ‘Sistema Montante’. Nei mesi scorsi il Presidente D’Arrigo aveva deciso di unificare i due tronconi del processo Montante. Che è diventato una sorta di ‘Maxiprocesso di Caltanissetta che vede sul banco degli imputati politici, imprenditori, forze dell’ordine, ma soprattutto lui, Montante, oggi ancora assente.  

Una decisione quella di D’Arrigo, arrivata nonostante il parere contrario di accusa e difesa dei due processi che temono un prolungamento dei tempi per le sentenze. Nel ‘processone’ di Caltanissetta, che si celebra presso l’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta, sono imputati, oltre all’ex paladino dell’antimafia Antonello Montante, ex presidente di Confindustria Sicilia, l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, gli ex assessori Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, l’ex commissario Irsap Maria Grazia Brandara, gli imprenditori Giuseppe Catanzaro, Rosario Amarù e Carmelo Turco, Vincenzo Savastano vice questore aggiunto all’epoca dei fatti della Polizia presso l’ufficio di frontiera di Fiumicino, Gaetano Scillia capocentro Dia di Caltanissetta dal 2010 al 2014, Arturo De Felice, direttore della Dia dal 2012 al 2014, Giuseppe D’Agata, colonnello dei carabinieri, e Diego Di Simone Perricone, ex capo della security. Sul banco degli imputati anche l’ex Presidente del Senato Renato Schifani, oggi accusato di concorso esterno in associazione a delinquere semplice e rivelazione di notizie riservate. Sotto processo anche l’ex direttore dell’Aisi Arturo Esposito, il caporeparto dell’Aisi Andrea Cavacece, il ”re dei supermercati” Massimo Romano, il tributarista Massimo Cuva, il colonnello dei carabinieri Giuseppe D’Agata, il sindacalista Maurizio Bernava, gli imprenditori del settore sicurezza Andrea e Salvatore Calì, Rosetta Cangialosi, Carmela Giardina e Vincenzo Mistretta (tre dipendenti di Montante), il poliziotto Salvatore Graceffa; il dirigente di Confindustria Carlo La Rotonda; il maggiore della Guardia di Finanza Ettore Orfanello; il luogotenente Mario Sanfilippo e il colonnello dei carabinieri Letterio Romeo. 

L’ex paladino dell’antimafia Antonello Montante, secondo gli inquirenti, avrebbe messo in piedi un vero e proprio ‘sistema’ di potere, ideato e attuato “grazie a una ramificata rete di relazioni e complicità intessuta con vari personaggi inseriti ai vertici dei vari settori delle istituzioni”. Inoltre sarebbe stato al centro di una attività di dossieraggio realizzata, anche grazie a complicità eccellenti, attraverso l’accesso alla banca dati delle forze dell’ordine e finalizzata a ricattare “nemici”, condizionare attività politiche e amministrative e acquisire informazioni su indagini a suo carico.di Confindustria.  

Nell’udienza di oggi sono stati ascoltati due luogotenenti della Gdf. Il primo è stato Pietro Brancato, in servizio presso il Nucleo di Polizia tributaria di Caltanissetta dall’agosto del 2007 alla Sezione Tutela Finanza Pubblica. Al centro della sua deposizione la verifica fatta alla società di Antonello Montante per il periodo che va dal 2005 fino al 2009. Secondo l’accusa i controlli sarebbero stati “pilotati”, in modo da eseguirli “con superficialità” per fare sì che si chiudessero. Si tratta delle società controllate Gimon e Alechia. “Alcuni controlli li abbiamo fatti sugli ammortamenti, sono rilievi tecnici e i particolari non li posso dire di tutto – spiega Brancato – Ricordo un rilievo sull’ammortamento degli immobili e dei terreni. È difficile rispondere nel dettaglio. Per quanto riguarda i controlli che abbiamo fatto sono tutti indicati nel piano di verifica altro tipo di scritture non sono state visionate. Non abbiamo fatto altri tipi di controlli”. “Lei mi deve dare delle risposte precise”, lo ha incalzato più volte il pm Maurizio Bonaccorso, che con la pm Claudia Pasciuti, rappresenta l’accusa. Nel corso del controesame, Brancato ha spiegato di essere stato “sempre capo pattuglia” e “mai direttore della verifica”. La verifica sulle società di Montante “è durata un paio di mesi”. “Nella verifica sono stati recuperati costi tra competenze e spese di rappresentanza ai fini Ires per 450 mila euro”, prosegue il luogotenente Brancato nel corso della sua deposizione. E sottolinea che “abbiamo trovato L’Ires e Irap non versata per un importo superiore a 100 mila euro”.  

Dopo una breve pausa è stato sentito anche Nicolò Messina, luogotenente della Gdf, in servizio dal 2013 in servizio a Canicattì ma prima a Caltanissetta. Il processo è stato rinviato a lunedì prossimo, 5 giugno. Saranno sentiti altri sottufficiali della Guardia di Finanza. (di Elvira Terranova) 

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