«Promuovere la Puglia dell’innovazione, favorire collaborazioni con partner internazionali e cercare investitori sono gli obiettivi con cui abbiamo affrontato questa nuova e stimolante attività di internazionalizzazione, che ha visto la Puglia protagonista in Silicon Valley». Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, in chiusura dell’esperienza della “Puglia dell’innovazione” a Smau San Francisco, terza tappa internazionale dell’iniziativa organizzata in collaborazione con Ita – Italian trade agency nel cuore pulsante della Silicon Valley.
«Ci siamo lasciati ispirare da grandi realtà come Apple, 500 Global, Cisco, Microsoft, ma abbiamo altresì avuto l’occasione di presentare sia le nostre eccellenze e tutto l’ecosistema dell’innovazione pugliese sia le opportunità che offre la Puglia a chi la sceglie per i propri investimenti, elementi che possono renderla un punto di riferimento dell’area del Mediterraneo», racconta Delli Noci. «A questo proposito – aggiunge – è stato importante per noi presentare il Fondo Equity Puglia, un intervento di ingegneria finanziaria che, con una dotazione iniziale di 60 milioni di euro, intende dare alle piccole e medie imprese e alle startup innovative la possibilità di aumentare il livello di capitalizzazione e dunque la propria solidità patrimoniale, attraverso la partecipazione nel capitale aziendale di investitori specializzati».
La presenza della Puglia a Smau San Francisco, dice la direttore allo Sviluppo economico, Gianna Elisa Berlingerio, «ha una doppia utilità: favorire gli incontri che le startup hanno fatto e stanno ancora facendo, e consentire a noi, come istituzione regionale, di incontrare grandi multinazionali come Apple, Microsoft, Hp e Pinterest in ottica di attrazione investimenti ma anche di attivazione di una serie di sinergie che, a livello globale».
Presenti a Smau San Francisco la tarantina Befreest, che ha sviluppato un naso intelligente capace di avvertire la quantità di CO2 presente negli ambienti pubblici chiusi, uffici e scuole e di reagire a seconda della soglia di rischio con una segnalazione; la barese Profiter attiva nel settore farmaceutico, ideatrice di una piattaforma che utilizza un algoritmo proprietario di intelligenza artificiale per analisi predittive e gestione dell’inventario capace di ottimizzare il magazzino, ridurre il numero di stockout, ordinazioni di rifornimento e limitare gli sprechi; la salentina Weave, che valorizza il talento e il tempo delle persone con algoritmi di machine learning per allineare carriere dei singoli e obiettivi aziendali; la tarantina Asymmetrica, che prevede e fornisce soluzioni ai problemi tipici dei contesti urbani tramite una tecnologia a base di machine learning che analizza migliaia di video, comportamenti umani e oggetti in tempo reale; la barese Mindesk che, con il suo ambiente di sviluppo innovativo per urbanisti e designer basato su tecnologie CAD e Virtual Reality, ha creato degli occhiali 3D per creare e modellare oggetti; la salentina Audioboost che, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale combinata con tecnologia di proprietà, trasforma i contenuti testuali in podcast e video; la barese Bricksensitive che sviluppa modelli, prodotti e soluzioni hardware e software per IoT, robotica e manutenzione predittiva; la barese Alkimia Energie, fabbrica di soluzioni integrate per lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia; la barese Forethinking che fornisce alle aziende un programma per migliorare i processi e le operazioni attraverso l’innovazione, incoraggiando all’esplorazione di una vasta gamma di fonti e opportunità per vincere nel mercato attuale di prodotti e servizi sostenibili; la leccese HT Materials Science Italy ideatrice di MAXWELL, un liquido refrigerante costituito da nanoparticelle stabilmente disperse che aumentano la capacità di scambio termico e l’efficienza energetica degli impianti di climatizzazione e di raffreddamento.
Presente a San Francisco grazie a Intesa Sanpaolo Innovation Center anche la brindisina Green Independence, che trasforma l’acqua marina e quella sporca in acqua distillata e potabile sfruttando il calore dissipato da un pannello solare proprietario in cui il surplus di energia solare assorbita viene poi convertito in idrogeno, evitando sprechi o eliminando il bisogno di batterie per lo stoccaggio.