Gli stabilimenti balneari pugliesi apriranno il prossimo 3 giugno. I titolari, intanto, calcolano le perdite provocate dal maltempo fuori stagione che ha caratterizzato la prima parte di maggio. E il risultato non è affatto incoraggiante: la pioggia insistente ha determinato mancati incassi per quasi 25 milioni di euro nei circa 600 lidi attivi in regione.
A stilare questo bilancio tutt’altro che positivo è Antonio Capacchione, pugliese doc e presidente nazionale del Sindacato italiano balneari (Sib). Le stime si basano sugli anni passati, quando le “prove generali” della stagione estiva cominciavano proprio nel mese di maggio. Nel 2023, invece, questo meccanismo è saltato proprio a causa del maltempo. «E i contraccolpi su tutta la filiera turistica sono forti – sottolinea Capacchione – perché la mancata apertura dei lidi ha inevitabili ripercussioni su hotel, ristoranti e una serie di altre attività».
I danni, dunque, sono soprattutto per gli operatori: se si pensa che la stagione balneare comincia solitamente il primo maggio e finisce il 30 settembre, quest’anno i titolari degli stabilimenti dovranno rinunciare a circa un mese di attività con la pesante riduzione del fatturato evidenziata da Capacchione. Ma il problema riguarda anche gli stagionali, perché un mese di apertura in meno per i titolari dei lidi corrisponde a un mese di lavoro e di stipendio in meno – e, in prospettiva, di indennità di disoccupazione – per migliaia di persone. Ciononostante i vertici del Sib non si perdono d’animo: «Al di là dei ritardi nella ripartenza dovuti al maltempo – conclude Capacchione – siamo pronti a riaprire i nostri lidi non appena spunterà il sole».
Le piogge fuori stagione, però, non hanno penalizzato soltanto i titolari degli stabilimenti balneari. In ginocchio ci sono anche gli agricoltori, come denunciato a più riprese dai vertici nazionali e locali di Coldiretti. In Puglia, regione che detiene la quasi totalità della produzione del pomodoro all’interno della filiera del Sud Italia, gli acquazzoni hanno ritardato le delicate operazioni di trapianto delle piantine. Ko anche mandorle e di ciliegie, soprattutto nella provincia di Bari, con enormi quantità di prodotto irrimediabilmente perdute.