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Brindisi, ambientalisti contro il deposito di carburanti: invito a Comune e Provincia affinché continuino la battaglia sul no

Le associazioni ambientaliste chiedono a Comune e Provincia di ribadire il loro no al deposito di carburanti Brundisium autorizzato dal Ministero della Transizione Ecologica e in attesa del lasciapassare della Regione Puglia. Secondo i firmatari della nota diramata ieri (Forum Ambiente Salute e Sviluppo, Fondazione “Tonino Di Giulio”, Italia Nostra, Legambiente, Medici per l’Ambiente, No…

Le associazioni ambientaliste chiedono a Comune e Provincia di ribadire il loro no al deposito di carburanti Brundisium autorizzato dal Ministero della Transizione Ecologica e in attesa del lasciapassare della Regione Puglia. Secondo i firmatari della nota diramata ieri (Forum Ambiente Salute e Sviluppo, Fondazione “Tonino Di Giulio”, Italia Nostra, Legambiente, Medici per l’Ambiente, No al Carbone, No Tap/Snam Brindisi, Salute Pubblica, Wwf) si corre il rishcio che «il porto di Brindisi venga ridotto ad un deposito di Gnl, Gpl, benzina e gasolio»

Gli ambientalisti ricostruiscono l’iter che ha portato al nulla osta ministeriale.

«È da alcuni anni che la società proponente cerca di portare a compimento i suoi progetti, ma il deposito aveva già incassato il parere negativo del Comune e della Provincia di Brindisi, delle associazioni ambientaliste e, anche, dell’Autorità portuale che, con una nota del febbraio 2019, comunicava il proprio parere negativo intravedendo nel deposito un «potenziale incremento dei rischi rispetto al livello dei traffici che già impegnano il bacino di Costa Morena interessato dalla richiesta della Brundisium Spa» e un nocumento verso gli «aspetti programmatori portuali».

Nel 2015 la soppressa Autorità portuale di Brindisi richiedeva alla Brundisium «opportuni approfondimenti tecnici in ordine alle potenziali influenze in ordine all’eventuale aggravio dei rischi dovuto all’avvio del traffico di interesse dall’azienda, in relazione ai traffici di merci pericolose che già interessano il bacino di Costa morena». Tali approfondimenti tecnici, tuttavia, secondo gli scriventi non furono mai prodotti. «Va aggiunto, inoltre, che l’area d’intervento risulta caratterizzata da una rilevante pressione ambientale, anche in ragione della presenza di numerose attività a rischio di incidente rilevante e si richiama l’attenzione sulla necessità di proseguire nel percorso programmatico, illustrato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico meridionale nel proprio parere negativo reso nel 2019, di delocalizzare i traffici di merci pericolose dal bacino portuale di Costa Morena verso il porto esterno».

Le associazioni ambientaliste sottolineano che a determinare il riavvio del procedimento è stato il cambio del parere, da negativo a positivo, dell’Autorità di Sistema Portuale, che nel Comitato di Gestione, con deliberazione n.1 del 18 febbraio 2021 ha dato «mandato al presidente, affinché proceda ad esprimere… nell’ambito della Conferenza dei servizi a tal fine in corso presso il Mite, in revisione del precedente parere negativo, il nullaosta di questa Autorità in ordine al rilascio della richiesta autorizzazione nei limiti».

In conclusione, gli ambientalisti invitano «Comune e Provincia di Brindisi e la politica tutta, non solo a vigilare con attenzione, ma ad esprimersi con rinnovata chiarezza e a tutelare gli interessi collettivi della città e del suo porto, non consentendo che speculazioni di sorta possano danneggiarli».

Infine, una stoccata alla Capitaneria di Porto, «che nonostante le ripetute sollecitazioni non ha mai reso operativo un piano di sicurezza del porto che sia prodromico alla progettualità da proporre agli Enti, in modo da comprendere le limitazioni che si dovrebbero imporre all’uso delle banchine, alla movimentazione delle navi presenti. La Capitaneria, a questa richiesta, ha sempre risposto che sarebbe stata loro cura rendere partecipi i cittadini delle “determinazioni assunte in seno al precitato procedimento”. La città. però, è ancora in attesa».

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