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I ricordi di Maria Benizzi, alle Tremiti ha lavorato come cameriera per Lucio Dalla: «Era molto generoso»

Maria Benizzi, classe 1928, vedova, ha incrociato la Storia nella sua vita, anche di lavoratrice costretta ad andare in Emilia, precisamente a Modena, per trovare un lavoro. Ma i suoi ricordi più belli sono legati alla bellezza dell’arcipelago delle Tremiti e alla presenza del suo illustre ospite e ambasciatore delle isole: Lucio Dalla. «Alle Tremiti…

Maria Benizzi, classe 1928, vedova, ha incrociato la Storia nella sua vita, anche di lavoratrice costretta ad andare in Emilia, precisamente a Modena, per trovare un lavoro. Ma i suoi ricordi più belli sono legati alla bellezza dell’arcipelago delle Tremiti e alla presenza del suo illustre ospite e ambasciatore delle isole: Lucio Dalla. «Alle Tremiti ho fatto la cameriera per Dalla. Lui si fidava di me per una conoscenza nata per caso, quando io vedendolo e con la mia proverbiale faccia tosta mi avvicinai a lui dicendogli: “Sei qui è non mi dici niente?” Dopo una iniziale sorpresa iniziammo a chiacchierare e stringemmo amicizia, tanto che lui nel tempo mi aveva preso in simpatia e mi ripeteva sempre “Sei hai bisogno di qualcosa sarò sempre disponibile per te”. Era molto curioso del racconto della gente e di ciò che era successo in sua assenza».

Maria andava a casa Dalla per fare le pulizie e rifare il letto. «Era una bravissima persona e tutte le dicerie delle mali lingue erano infondate, era molto generoso, non si dava arie, ed era anche scherzoso. A volte mi invitava a ballare», afferma ancora Maria Benizzi che conferma il legame di Dalla con Monte sant’Angelo, città natale di suo padre Giuseppe, più conosciuto in città come “ting-tang”, un uomo che amava vestire sempre di bianco, dalle scarpe al cappello, poi trasferitosi a Bologna.

«Ho bellissimi ricordi del padre di Dalla tanto che, quando seppi che era venuto a mancare, rimasi molto dispiaciuta. Era un tipo scherzoso e aveva sempre la battuta pronta, ma era anche molto riservato e a volte taciturno. Amava i maccheroni che mangiava in grande quantità e lo si prendeva in giro dicendogli: “adesso li digerisci i maccheroni?” e lui prontamente rispondeva: “Mi faccio una passeggiata e li digerisco”. Purtroppo, ci siamo perduti, ma ho bei ricordi di lui e di suo figlio Lucio, uomo del Gargano».

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