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Scacco alla Sacra corona unita in Salento: arrestate 16 persone. Legami con la ‘ndrangheta

Sedici persone sono state arrestate, questa mattina, dai carabinieri del Ros che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Lecce. I 16 sono indagati, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, vendita acquisto e detenzione di sostanze stupefacenti, autoriciclaggio, intestazione fittizia di…

Sedici persone sono state arrestate, questa mattina, dai carabinieri del Ros che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Lecce.

I 16 sono indagati, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, vendita acquisto e detenzione di sostanze stupefacenti, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto abusivo di armi e munizioni e reati di frode fiscale.

Gli arresti sono eseguiti in varie città salentine, tra Lecce, Monteroni e Porto Cesareo.

Le persone coinvolte sono ritenute legate al clan Politi della Scu, operante sul versante orientale della provincia di Lecce.

Il clan Politi della Sacra corona unita è attivo nel territorio di alcuni comuni della provincia di Lecce e nello stesso capoluogo si sarebbe riorganizzato dopo i colpi subiti dalle operazioni delle forze dell’ordine. Il reggente, agli arresti domiciliari, avrebbe collegato l’organizzazione ai vertici della cosca di ‘ndrangheta “Mammoliti-Fischiante”.

Sono alcune delle evidenze emerse dalle indagini dei carabinieri del Ros (Raggruppamenti operativi speciali) del capoluogo salentino a margine dell’operazione condotta con il supporto, in fase esecutiva, dei comandi provinciali di Lecce e Milano, del 6° Elinucleo di Bari, del nucleo carabinieri cinofili di Modugno e dello squadrone eliportato “Cacciatori di Puglia”. L’operazione è stata denominata “Filo di Arianna”.

Il clan avrebbe operato a Monteroni, Lecce, Arnesano, San Pietro in Lama, Novoli, Leverano, Porto Cesareo e Veglie. Dalle investigazioni è emersa appunto la riorganizzazione del clan mafioso conseguente all’operazione “Labirinto” del Ros del 2018, nel cui ambito era stato arrestato anche il presunto capo Saulle Politi, 51 anni.

Un riassetto favorito, secondo gli inquirenti, a partire dal 2019, dalla detenzione domiciliare di Gabriele Tarantino, 44 anni, che ne avrebbe assunto la reggenza, curando l’affiliazione di nuovi aderenti e la definizione delle strategie criminali. Inoltre sarebbero stati riorganizzati gli assetti interni e sarebbe stata costituita una cassa comune, dove confluivano i proventi illeciti che sarebbero stati utilizzati per il sostentamento degli affiliati detenuti e delle loro famiglie, nonché per finanziare le attività imprenditoriali riconducibili al clan. Tarantino avrebbe coltivato rapporti con i capi di altri clan federati alla Sacra Corona Unita e con i vertici della cosca di ‘ndrangheta “Mammoliti-Fischiante”.

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