«I lavoratori della Baritech possono ancora essere salvati e la Zes Adriatica è pronta a fare di tutto perché ciò accada». A dirlo è Manlio Guadagnuolo, Commissario straordinario del Governo della Zona Economica Speciale (Zes) Adriatica interregionale Puglia-Molise.
Baritech, quindi, si può salvare. In che modo?
«Se dovessi ricevere dei progetti di investimento di valore, ci potrebbero essere tutte le condizioni per salvare il compendio Baritech e i suoi lavoratori. Al momento, però, non ho ricevuto alcuna proposta concreta».
I sindacati chiedono un suo intervento. Come risponde?
«Sono disponibilissimo a valutare le loro istanze e quelle dei potenziali imprenditori interessati, in maniera tale da poterle valutare attentamente. In una gestione manageriale, i sentimenti e i desideri devono trovare conforto nei numeri. E i numeri devono evidenziare la bontà dell’investimento e garantire il reintegro e la salvaguardia dei lavoratori».
Alcune di queste problematiche non ricadono nella perimetrazione della ZES Adriatica?
«In qualità di Commissario straordinario posso operare la modifica della perimetrazione delle aree, in aumento o in diminuzione, e quindi inserire delle aree che attualmente non sono in ZES. Siamo in attesa del DPCM attuativo per rendere questa procedura operativa».
Tra queste aree c’è Baritech?
«Sì, ma anche tante altre».
La ZES è l’ultima speranza per Baritech?
«Non posso dire che sia l’ultima. Di certo, è una grandissima opportunità per un eventuale investitore. L’importante è che questo sia serio e che presenti un programma di investimenti concreto, supportato da piani finanziari realistici e bancabili. Dall’altro lato, come dicevo, deve garantire il reintegro dei lavoratori, la salvaguardia dei livelli occupazionali e un incremento futuro delle unità lavorative».
Quali sono i vantaggi della ZES per un ipotetico imprenditore?
«Innanzitutto le semplificazioni amministrative, che prevedono un’autorizzazione unica di competenza del Commissario. Io, entro un tempo massimo di 45 giorni, posso rilasciare un provvedimento unico, che sostituisce le vecchie 34 autorizzazioni. Alle semplificazioni si aggiungono importanti incentivi e agevolazioni fiscali, al punto che ciascun imprenditore può “ritagliarsi un abito su misura”, in funzione delle esigenze finanziarie del proprio investimento. In sostanza, la ZES è uno straordinario strumento facilitatore, acceleratore e moltiplicatore di sviluppo. Nel caso di Baritech, può essere il volano per la risoluzione della problematica in tempi celeri».
Come mai non ha partecipato all’ultimo tavolo in sede Asi?
«Non ho ricevuto alcun invito. Avrei partecipato con piacere, per ascoltare e ricevere aggiornamenti sulle eventuali evoluzioni che sta avendo la vicenda Baritech».
I sindacati ritengono che la ZES sia un attore fondamentale per la rinascita della zona Asi e per affrontare la “vertenza Bari”, che mette a rischio oltre 8.200 posti di lavoro. È davvero così?
«Confermo. È oggettivo che la ZES rappresenti una grande opportunità, unica e forse irripetibile, per coloro che intendono realizzare nuove iniziative imprenditoriali sia su aree green field che su aree dismesse e degradate oppure per chi vuole dar vita a processi di riconversione industriale, creando sviluppo sostenibile a basso consumo di suolo».
Cosa dice ai lavoratori che hanno perso o che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro?
«Con DPCM, sono stato nominato per favorire lo sviluppo economico e occupazionale dei territori della ZES Adriatica. Oltre a questa mission istituzionale, ho sempre avuto una particolare attenzione nei confronti dei lavoratori, che ritengo debbano essere rispettati e valorizzati a tutti i costi, perché rappresentano il vero “tesoro” delle piccole, medie e grandi imprese».