«Per una stanza di pochi metri quadrati ci propongono un affitto di oltre 400 euro al mese. Noi non ci stiamo più e vogliamo risposte dalle istituzioni». La protesta contro il caro affitti, partita da Milano e passata da Roma e Bologna, e che affligge gli studenti fuori sede, arriva anche a Bari: oggi, l’organizzazione giovanile comunista “Cambiare Rotta” allestirà una tenda da campeggio, simbolo della contestazione, in via Nicolai. E arriva anche la solidarietà delle forze politiche, con Bari bene comune che chiede «misure concrete a sostegno delle generazioni coinvolte».
Tutto è incominciato con la contestazione di Ilaria, la prima “accampata”, con una tenda da campeggio, fuori dal Politecnico di Milano. La protesta contro i prezzi esorbitanti degli affitti studenteschi ha poi percorso tutto lo Stivale, replicandosi, con la stessa modalità, a Roma, dov’è stata organizzata una piccola “tendopoli” davanti al rettorato della Sapienza, quindi a Torino e Bologna. Ora la protesta arriva anche a Bari, città in cui gli affitti per gli studenti, sia a causa del fenomeno inflativo che per l’aumento dei flussi turistici che hanno portato alla diffusione a macchia d’olio dei B&B, sfiorano ormai cifre stellari, arrivando a toccare anche gli 800 euro per un modesto bilocale. Una situazione di insofferenza sulla quale gli studenti vogliono ora dire la loro, non fermandosi solo alla protesta simbolica. «Siamo i primi nel Mezzogiorno a protestare – spiega Giuseppe di Cambiare Rotta – Molti giovani che vengono a Bari sono costretti ad alloggiare in provincia perché gli affitti in città sono divenuti insostenibili, trasformandosi in un vero e proprio ricatto per gli studenti». Tra le soluzioni per le quali i militanti di Cambiare rotta spingono c’è quella del reddito universitario. «Si potrebbe finanziare con i profitti che tante imprese fanno sugli studenti e sull’università – sostiene l’esponente dell’organizzazione giovanile – mentre d’altra parte è sempre più necessario liberare i ragazzi e le ragazze dalla morsa del precariato».
Sul territorio cittadino, le istanze degli studenti hanno provocato le prime reazioni della politica. Con una nota a firma dell’assessora al Welfare Francesca Bottalico, del consigliere comunale Danilo Cipriani, del consigliere municipale Giacinto Lisco, e dell’attivista Francesco Longo, Bari bene comune accende i riflettori sulla problematica degli affitti. «L’inacessibilità a canoni d’affitto sta di fatto ledendo il diritto allo studio – si legge nella nota – determinando un danno generazionale gravissimo, un vero tradimento a danno di chi ha deciso di rimanere a Bari, nonostante i corteggiamenti economici e sociali di altre città italiane». Accanto al caro affitto studentesco, i firmatari della nota sollevano anche la questione degli sfratti per morosità. Un fenomeno che sta portando «a un aumento vertiginoso delle diseguaglianze sociali in città» spingendo «sotto la soglia di povertà un importante pezzo di popolazione».
«Abbiamo il dovere di intervenire – concludono i firmatari della nota – e per questo chiediamo che il dibattito politico sul tema diventi centrale e prioritario e che porti a misure urgenti e concrete a sostegno delle fasce colpite, delle generazioni coinvolte».