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La Puglia ricorda Aldo Moro con gli studenti a Lecce, Capone: «I suoi valori siano di stimolo per noi»

«Mi piace il concetto di diversità proposto da Aldo Moro. Anche quando siamo divisi, anche da avversari, dobbiamo sapere di avere in comune, ciascuno per la propria strada, la possibilità e il dovere di andare più lontano e più in alto. La diversità che abita dentro di noi non ci impedisce di sentirci partecipi di…

«Mi piace il concetto di diversità proposto da Aldo Moro. Anche quando siamo divisi, anche da avversari, dobbiamo sapere di avere in comune, ciascuno per la propria strada, la possibilità e il dovere di andare più lontano e più in alto. La diversità che abita dentro di noi non ci impedisce di sentirci partecipi di una grande conquista umana». Sono le parole di Fatima Baig, sindaca del Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi di Lecce, pronunciate in occasione della cerimonia per il 45esimo anniversario del brutale assassinio di Aldo Moro per mano delle Brigate rosse.

Il Consiglio regionale della Puglia ha deciso di rendere omaggio allo statista, nativo di Maglie, proprio a Lecce in un incontro con istituzioni e studenti che, attraverso la firma di un documento, si sono impegnati a condividere un percorso che partendo dalle parole di Moro ne ripercorre impegno e valori.

Il manifesto si fa “bussola” per il presente e il futuro perché la memoria di uomini così grandi non vada perduta ma diventi esempio, consapevolezza, strumento per affrontare le insidie e scegliendo di camminare gli uni al fianco delle altre, “perché bene comune – riporta il testo – non sia solo una delle tante parole messe in fila nel ricco vocabolario dei desiderata ma si faccia canto armonico per le nostre comunità. Perché l’amore per la giustizia si costruisce tra i banchi di scuola e tutti, prima o poi, indipendentemente dall’età, ci ritroveremo nello stesso destino”.

Alla cerimonia di commemorazione nell’atrio di Palazzo Adorno, per la deposizione di una corona d’alloro ai piedi della statua di Moro, e a Palazzo dei Celestini poi, hanno partecipato la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, il prefetto di Lecce, Luca Rotondi, il presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva, e il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, che hanno incontrato le voci delle studentesse e degli studenti.

«Siamo qui per dimostrarvi quanto siete importanti per noi – ha detto in apertura la presidente Capone – perché troppo spesso la retorica accompagna i nostri discorsi e poi, però, proprio voi non sentite le Istituzioni vicine. E invece noi ci siamo, siamo qui, oggi e sempre, vi siamo accanto nei diritti, tra tutti quello allo studio, perché non c’è strumento più potente della conoscenza. Lo dice l’articolo 34 della Costituzione voluto e scritto da Moro, quando riconosce la funzione pubblica della scuola, perché tutte e tutti devono avere la possibilità di avere un futuro, al di là del luogo e della famiglia in cui si nasce, tutti hanno diritto a raggiungere i livelli più alti di studio».

Aldo Moro, ha sottolineato Loredana Capone, «sentì l’esigenza di garantire la scuola a tutti, e se una famiglia non poteva permettersela era lo Stato che se ne faceva carico. Deve essere uno stimolo per noi, perché ancora oggi ci sono differenze, troppe, a partire dal tempo pieno a nord e a sud della nostra Italia. Non è giusto che ci siano luoghi dove è garantito e altri no. Non è giusto che ci siano scuole con impianti sportivi accessibili e sempre aperti e altre no. La scuola, come lo sport, non possono essere solo di chi se lo può permettere. E allora questo è l’impegno a cui la Costituzione ci richiama».

Oggi, ha detto ancora Capone, «dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità, è questo il titolo del manifesto che firmiamo e la sostanza del patto che vuole unire cittadini e Istituzioni. Una responsabilità non va delegata ma che dobbiamo condividere. E la nostra gioia più grande sarà il fatto che voi, studiando, riuscirete a migliorare questo mondo e che lo facciate sentendo voi stessi la responsabilità. Perché la politica non si fa solo nelle Istituzioni, si fa nelle scuole, tra le strade, nelle imprese. Così voleva Aldo Moro».

Il 9 maggio 1978, oltre all’anniversario della morte di Aldo Moro, è anche quello dell’assassinio di Peppino Impastato, ucciso per mano della mafia a Cinisi, in Sicilia. E proprio a Impastato la presidente Capone ha voluto dedicare un pensiero: «Testimone di coraggio, legalità, partecipazione – lo ha definito di fronte agli studenti salentini -. Un uomo che denunciò persino il padre mafioso per salvare la sua terra, per salvarla dalla speculazione, perché credeva che quello fosse il modo più giusto di impegnarsi nella società. “Oggi dobbiamo vivere – diceva Moro – oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. Si tratta di vivere il tempo che ci è dato vivere con tutte le sue difficoltà”».

La cerimonia si è chiusa con la sottoscrizione del manifesto da parte di tutti i presenti. Alla commemorazione hanno partecipato l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, i sindaci della provincia di Lecce accompagnati dai sindaci dei ragazzi, i consiglieri provinciali, le scuole della provincia di Lecce.

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