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L’allarme di Confesercenti Bat: «Nel turismo manca personale. Le imprese aumentino le paghe ai giovani»

Con la stagione estiva alle porte, non sembrano positive le previsioni nel commercio e nel turismo. Sulla base di un sondaggio di Confesercenti e Swg, in Italia serviranno 100 mila lavoratori in più per affrontare l’estate. A bloccare il lavoro nei due comparti è anche la carenza di candidati, difficoltà indicata dal 28% delle attività…

Con la stagione estiva alle porte, non sembrano positive le previsioni nel commercio e nel turismo. Sulla base di un sondaggio di Confesercenti e Swg, in Italia serviranno 100 mila lavoratori in più per affrontare l’estate. A bloccare il lavoro nei due comparti è anche la carenza di candidati, difficoltà indicata dal 28% delle attività con difficoltà di reperimento. Nei ragazzi pesa soprattutto l’impegno nei giorni festivi e prefestivi (60%) e l’idea che nel commercio e nel turismo ci sia poca possibilità di crescita professionale ed economica (55%). Le previsioni riguardo la provincia Bat non si discostano tanto dal quadro nazionale. A parlare è il direttore di Confesercenti provinciale, Mario Landriscina.

Il sondaggio Confesercenti Swg mette in allarme il comparto del commercio e del turismo. Nella Bat qual è la previsione per l’estate?

«Credo che la situazione della provincia sarà molto simile a quella nazionale e regionale. C’è una pressante richiesta di personale specialistico per il settore del turismo soprattutto nella ristorazione e nel mondo della ricettività alberghiera. Sono almeno due anni che ci stiamo confrontando su queste problematiche, il problema è che non riescono a incontrarsi la domanda e l’offerta. Le motivazioni sono quelle che emergono dall’indagine: il settore del turismo è molto impegnativo e fare un lavoro stagionale significa non avere prospettive future e spesso questo mondo viene visto dai ragazzi come un periodo di transizione per un’occupazione più stabile e meno impegnativa».

La mancanza di personale nel settore turistico, soprattutto in estate, ha altre motivazioni?

«Questo problema, come detto, è dovuto principalmente a due motivazioni: l’impegno e la poca retribuzione. Chi lavora nel turismo deve essere impegnato nei giorni festivi, la domenica, il week-end e l’impegno è massimo. C’è poi anche una difficoltà di trovare aziende che facciano fare gli orari canonici».

Come Confesercenti provinciale che cosa chiedete e cosa intendete fare?

«Ci stiamo impegnando affinché l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro sia più concreto. Sul nostro sito abbiamo predisposto delle sezioni per l’ufficio di collocamento e per l’Arpal e stiamo collaborando con l’Its turismo. Inoltre, scontiamo un altro problema serissimo: la scarsa formazione da parte dei ragazzi che si approcciano a questo mondo. Andrebbero più formati e andrebbero usati i corsi di formazione professionali. Da parte delle imprese, invece, c’è una scarsa propensione a incentivare il lavoro con l’aumento della retribuzione del personale: questo potrebbe essere utile a motivare i ragazzi ad impegnarsi per queste attività».

Secondo il vostro osservatorio, le politiche attive del Governo stanno risolvendo il problema?

«Adesso, rispetto ad alcuni anni fa, si sta assistendo a un incremento del taglio cuneo fiscale che è già molto positivo, ma tagliarlo del 2-3-4% in un periodo in cui l’inflazione è a due cifre serve a ben poco. Si recupera qualcosa, ma siamo ancora molto distanti dal raggiungere un vero miglioramento della capacità reddituale di un dipendente».

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