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Emiliano e Decaro più vicini: il possibile slittamento delle regionali al 2026 cambia gli scenari

Si ricompone l’asse politico fra il governatore Michele Emiliano e il sindaco Antonio Decaro dopo gli sconti dei mesi scorsi. La sconfitta delle politiche, la legge salva-legislatura alla Regione Puglia, le divergenze sulle carriere politiche e soprattutto l’epilogo negativo del congresso Pd con la vittoria di Elly Schlein hanno riavvicinato i due leader. Punto di…

Si ricompone l’asse politico fra il governatore Michele Emiliano e il sindaco Antonio Decaro dopo gli sconti dei mesi scorsi. La sconfitta delle politiche, la legge salva-legislatura alla Regione Puglia, le divergenze sulle carriere politiche e soprattutto l’epilogo negativo del congresso Pd con la vittoria di Elly Schlein hanno riavvicinato i due leader. Punto di contatto è proprio la consapevolezza di dover costruire in proprio, contando sulle proprie leadership, le prossime sfide elettorali. Emiliano e Decaro, infatti, non possono contare sull’appoggio dei nuovi vertici Pd che in Puglia hanno altri riferimenti, per esempio il senatore Francesco Boccia e la presidente del consiglio Loredana Capone.

Di qui il nuovo percorso avviato dai due leader, facilitato anche da alcune congiunture favorevoli. Per esempio il previsto allungamento della legislatura regionale al 2026, ipotesi allo studio del Governo centrale per diverse Regioni fra cui Campania, Puglia e Toscana. Il voto, in pratica, potrebbe slittare a febbraio 2026 anziché a settembre 2025 scongiurando la campagna elettorale sotto il solleone di agosto. In quel caso il sindaco Antonio Decaro non sarebbe più costretto a fermarsi ai box per un anno dopo la fine del mandato a Bari nel 2024. Il suo approdo naturale è la candidatura in Europa grazie all’appoggio di Emiliano e al suo schema di “centrosinistra extra-large” che comprende i Cinque Stelle, il Pd ma soprattutto esclude Azione con i consiglieri regionali Mennea, Clemente e Amati che confluirebbero nell’intergruppo di centro. Decaro potrebbe essere eletto e, dopo i primi due anni a Bruxelles, lasciare il seggio e candidarsi alla presidenza della Puglia. Ed Emiliano, invece? La prima opzione è attendere le decisioni del Governo centrale sul terzo mandato per i presidenti di Regione: una scelta quasi obbligata considerando il pressing asfissiante del leghista Zaia in Veneto. Se arrivasse il nulla osta, Emiliano avrebbe la possibilità di decidere in tranquillità se tornare in campo per la terza partita in Puglia o ritirarsi lasciando il posto a Decaro. In un caso e nell’altro tutti vivrebbero tutti felici e contenti.

L’unica postazione scoperta riguarda il comune di Bari. Chi sarà il successore del presidente dell’Anci? Emiliano e Decaro hanno una serie di candidati loro vicini che scalpitano. Per esempio, in quota al governatore ci sono, fra gli altri, il deputato Marco Lacarra ed il capo dipartimento Rocco De Franchi. Per Decaro gli assessori Paola Romano, nonostante le recenti frizioni, il consigliere regionale Francesco Paolicelli, l’assessore Pietro Petruzzelli. Troppi pretendenti, insomma, con il rischio concreto di spaccare il fronte. Di qui l’ipotesi di puntare su un profilo alternativo, un candidato fuori dai giochi di palazzo, magari provenienti da altri schieramenti politici. Un nome di rottura, insomma, in grado di vincere e contrastare il centrodestra.

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