(Adnkronos) – Adora le Aston Martin Volante e le Jaguar, ha portato la barba solo per poche settimana nel 1979 (maman non gradiva), non sopporta i gatti, come del resto tutta la royal family, ma ama tutti gli animali. E’ membro del Magic Circle, una società di maghi fondata nel 1903 che lo ha accettato dopo un esame, uno dei suoi attori preferiti è Rowan Atkinson, l’interprete di Mr. Bean, suona il violoncello, la tromba, la chitarra elettrica e può cantare in coro, ha scritto commedie e pubblicato libri per bambini. Sono alcuni dei ‘segreti’ svelati dal libro ‘Carlo III. La lunga attesa di un re’, scritto da Vittorio Sabadin per Utet e uscito a pochi giorni dall’incoronazione del sovrano inglese che avverrà il 6 maggio nell’Abbazia di Westminster.
Molte le curiosità, in appendice del prezioso volume, che riguardano i rapporti tra la moda e Carlo III. Il sovrano inglese veste chez Anderson & Sheppard, boutique punto di riferimento del suo regale guardaroba, che ha visitato per la prima volta solo nel gennaio 2013. Ogni giacca contiene, poi, una penna e un taccuino per prendere appunti e a letto, come faceva anche il padre, il duca di Edimburgo, dorme sempre senza pigiama. Ha sempre mantenuto, poi, un fisico asciutto ed invidiabile che gli permette di indossare gli stessi abiti a distanza di anni. “Non è mai ingrassato – ricorda nel suo libro Sabadin- L’uniforme della Raf che usava quarant’anni fa gli va ancora a pennello”.
Carlo III indossa scarpe Lobb. e in particolare un paio che porta da 40 anni è stato realizzato con il cuoio recuperato da una nave affondata nel XVIII secolo e destinata allo zar di Russia. Per le camicie invece si serve da Turnbull & Asser, che dal 1903 si trova al 71-72 di Jermyn Street, le cravatte sono griffate Turnbull & Asser (mai colori gridati, sempre tonalità molto discrete), per i cappelli, compresi quelli da cerimonia, Carlo utilizza i servizi di James Lock & Co (al numero 6 di St James Street). Il primo negozio fu aperto nel 1676, quando regnava un antenato con il suo stesso nome, Carlo II Stuart.
Il sovrano inglese, come ricorda Vittorio Sabadin, possiede 5 orologi e indossa solo gemelli appartenuti a Giorgio V e Giorgio VI, al mignolo della mano sinistra porta uno chevalier con impresso il suo stemma e le parole in tedesco ‘Ich Dien’, ‘Io servo’. Il motto del re cieco Giovanni I di Boemia, adottato nel 1300 dal principe del Galles. Vittorio Sabadin, tra i massimi esperti, della famiglia reale inglese, ripercorre nella sua ”biografia’ le luci e le ombre, le gioie e le apparenti sconfitte dell’eterno erede al trono, dal primo matrimonio con Diana Spencer (“per versare alla principessa del Galles i 17,5 milioni di sterline concordati per il divorzio – ricorda lo scrittore e giornalista- ha liquidato tutti i suoi investimenti e chiesto soldi in prestito alla madre”) fino alle nozze con quella che si è rivelata, il vero, unico grande amore della sua vita, Camilla Shand, al suo fianco oggi come regina (e non regina consorte) per espresso volere di sua maestà la regina Elisabetta II.
“Camilla, in questa prospettiva è per lui la compagna ideale – scrive Vittorio Sabadin – Non le importava nulla di diventare regina o solo regina consorte, così come non le è mai importato di non poter usare il titolo di principessa del Galles. Per carattere è portata a vivere ogni singola giornata e spingerà il marito a fare lo stesso. Quello che Carlo III chiama semplicemente ‘dovere’. Carlo – ammonisce lo scrittore e giornalista – non sarà ricordato come un grande re, non avrà il tempo di diventarlo. E’ già troppo vecchio perché il suo regno possa marcare una differenza con il lungo regno della madre. L’ha sempre saputo e ha dunque cercato di utilizzare ogni minuto del tempo che aveva a disposizione per lasciare un segno prima che venisse il suo turno”.
Convinto ambientalista, Carlo III è sempre stato un principe orgogliosamente filantropo. In tempi non sospetti ha combattuto battaglie importanti in difesa dell’ecologia e della natura. E ricorda ancora nella sua biografia Sabadin: “Carlo III ha fatto piantare alberi nei pascoli di Highgrove perchè le mucche potessero mettersi all’ombra e condurre un’esistenza migliore. Nel 1989 ha poi scritto una commedia – conclude- nella quale interpretava un Royal che va in visita in una fattoria, ma viene scambiato per l’uomo che pulisce gli scarichi”.